sabato 30 marzo 2024

GIACOMO MATTEOTTI - 10 giugno 1924


Casa - Museo  Giacomo Matteotti

La Casa-Museo Giacomo Matteotti è stata istituita con la Legge 255/2004 ed è riconosciuta di importante interesse culturale (ai sensi dell’art.10 comma 3 lettera d del Codice dei Beni Culturali) come luogo di memoria che mantiene inalterate le tracce originarie della vita quotidiana di un protagonista della storia del Novecento e della sua famiglia.
Giacomo Matteotti è vissuto in questo edificio, nel quale continuarono a risiedere dopo la sua morte la madre Isabella Garzarolo, la vedova Velia Titta e i figli Giancarlo, Matteo e Isabella. Radicalmente restaurata in base al dettato della predetta legge 255/2004, la casa è ora di proprietà dell’Accademia dei Concordi per legato testamentario dei figli, mentre la gestione, in base ad una convenzione stipulata con l’ente proprietario il 26/6/2010, spetta al Comune di Fratta Polesine, che l’ha aperta al pubblico nel 2012. Con delibera n. 87 del 13/6/2006 il Comune di Fratta l’ha dotata di un Comitato scientifico al quale sono stati attribuiti compiti di indirizzo e di controllo e successivamente, con delibera n. 7 del 21/3/2012, di un Regolamento, che prevede la figura di un Direttore. Tutti gli incarichi sono a titolo gratuito. Una convenzione stipulata nel 2016 con il Dipartimento di Storia dell’Università di Padova (DiSSGeA) assicura alla Casa-Museo i necessari collegamenti scientifici e accademici.

Il portoncino laterale riporta in rilievo il simbolo con motto scelto da Giacomo Matteotti anche per la sua carta intestata Foris pugnae, intus timores (lotte di fuori, apprensioni dentro di noi) ripreso dal Nuovo Testamento, seconda lettera ai Corinzi, 7,5.

L’immobile figura nel Catastico veneto (1775) come un fabbricato a due piani il cui fronte sud è caratterizzato da un ingresso centrale e da due finestre su entrambi i lati e ad est, sul fianco contiguo alla strada, presenta due finestre sui due livelli del fabbricato.
I successivi catasti napoleonico (1808-1810) ed austriaco (poi austro-italiano) individuano un immobile frazionato in tre parti, ciascuna delle quali con un’area scoperta di competenza.
Girolamo Matteotti, padre di Giacomo, diventa unico proprietario dell’immobile nel 1895.
Si può datare ai primi decenni del Novecento l’ampliamento dell’edificio stesso a ovest con la loggia costituita da pilastri in calcestruzzo, usata per deposito di attrezzi (ora ingresso alla Casa-Museo), e con la costruzione di una terrazza con balaustra decorata, sempre in calcestruzzo, al primo piano.
Le caratteristiche architettoniche sono quelle di una villa di campagna: organizzazione tripartita degli ambienti, costituita dal salone centrale, dalle stanze ubicate nelle ali laterali e dal vano scala di collegamento tra i piani. I tre livelli dell’edificio sono scanditi dalle finestre dei vari piani, presenti con aperture ottagonali o rettangolari anche nel piano secondo-sottotetto, su tutti i lati del fabbricato.
L’uso della pietra è presente nella facciata a sottolineare l’apertura ad arco a tutto sesto della porta a piano terra e al primo piano che apre su un terrazzino, nonché sui davanzali delle finestre dei fronti nord e sud.
Con il lavoro di restauro sono stati inseriti, ad ovest del corpo centrale, le scale di sicurezza e l’ascensore. Tutti i prospetti sono distinti da una cornice grecata realizzata con elementi prefabbricati in calcestruzzo, posta in corrispondenza del solaio del piano secondo a fungere da marcapiano. Il tetto a padiglione presenta una cornice di mattoni intonacata che forma una decorazione di coronamento superiore. Sui fronti nord e sud emergono i quattro camini principali.

Il parco, con il viale di accesso alla Casa-Museo, è vincolato per il suo valore memoriale di paesaggio rurale e presenta sul lato sinistro piante autoctone (pioppi cipressini, platani) mentre sul lato opposto piante alloctone (pini, abeti, sequoie).

In questa casa, Giacomo vive con i genitori, la moglie Velia Titta (1890-1938) sposata con rito civile a Roma nel 1916 e con i figli nati dalla loro unione, Giancarlo (1918-2006), Matteo (1921-2000), entrambi politici nelle file del socialismo democratico, ed Isabella (1922-1994).
Nel salone centrale al pianterreno fu allestita la camera ardente di Giacomo Matteotti, dopo l’arrivo in treno della sua bara alle prime luci dell’alba del 21 agosto 1924 e da qui è partito il corteo funebre fino al cimitero locale, dove è stato sepolto.
La Casa-Museo è sede dell’annuale cerimonia di commemorazione dell’assassinio di Giacomo Matteotti, di una mostra documentaria, fotografica e giornalistica (anche in formato digitale) relativa alla vita e alla tragica morte del deputato, nonché di manifestazioni pubbliche, atte ad approfondire la conoscenza di questo protagonista della storia italiana del primo Novecento, paladino della democrazia, della libertà di pensiero, della giustizia sociale.

La Casa è dotata di attrezzature multimediali che consentono al visitatore di avvicinare da molteplici punti di vista la figura di Matteotti e l’ambiente in cui visse. Il visitatore, inoltre, può utilizzare un tavolo interattivo che permette di leggere tutti gli scritti di Matteotti, i suoi discorsi politici, numerose testate giornalistiche dell’epoca e documenti sulle condizioni del Polesine tra Ottocento e Novecento.

Con la legge 213/2017 la Casa è stata elevata a Monumento nazionale.

E’ riconosciuta come Museo di rilevante interesse regionale in base all’art.7 della legge 50/1984 della Regione Veneto.

Maria Lodovica Mutterle

(…) Rientrare in queste stanze dove ho passato con te le prime emozioni, mi dà una grande melanconia che non posso ancora vincere. Mi sembra sempre di vederti in tinello o nell’orto e di poterti aspettare come allora. I bambini mi domandano continuamente dove tu sei (…)
Lettera di Velia a Giacomo, Fratta Polesine, 16 maggio 1923

 Notizie tratte da:

https://www.casamuseogiacomomatteotti.it/

da consultare per ulteriori notizie.

 

Nessun commento:

Posta un commento