domenica 24 maggio 2015

24 maggio 1915 - 24 maggio 2015

Giuseppe Ungaretti.


San Martino del Carso
Valloncello dell'Albero Isolato il 27 agosto 1916

Di queste case
non è rimasto
che qualche
brandello di muro

Di tanti
che mi corrispondevano
non è rimasto
neppure tanto

Ma nel cuore
nessuna croce manca

È il mio cuore
il paese più straziato


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Soldati
Bosco di Courton luglio 1918

Si sta come
d'autunno
sugli alberi
le foglie 

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Un blog molto bello:

frammenti di natura, vita, colori, luce.....

da vedere.  

Foto impressionanti di una
strage inutile.....

per non dimenticare

venerdì 22 maggio 2015

Ferrara - frammenti di storia - Palazzo Bevilacqua Costabili.

Palazzo Bevilacqua Costabili

Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.
Facciata del palazzo
Il Palazzo Bevilacqua Costabili è un edificio storico di Ferrara, ubicato in via Voltapaletto 11.
È stato inaugurato nel 2006 dopo i nuovi restauri atti ad ospitare la nuova sede della Facoltà di Economia dell'Università di Ferrara.

Cenni storici

Il palazzo è stato fatto erigere dalla famiglia Bevilacqua-Aldobrandini nel 1430 dopo che la famiglia Bevilacqua si trasferì da Verona a Ferrara in occasione delle nozze fra Cristin Francesco Bevilacqua e Lucia Ariosti.
Dopo che il palazzo fu battezzato ufficialmente come "palazzo Bevilacqua" nel 1602 su concessione del pontefice, il Cardindale Bonifacio Bevilacqua ne fece modificare la facciata ornandolo con trofei militari per essere poi completato e modificato, nel 1710, da Ercole Bevilacqua, nominato da poco Giudice dei Savi, il quale fece erigere una scalinata monumentale e ne modificò il cortile interno.
Nel 1830 il palazzo passa nelle mani del marchese Giovan Battista Costaibili Containi che lo acquistò, ne modificò i soffitti del piano nobile e ci trasferì la propria collezione di codici antichi, libri e dipinti. Alla morte del Costabili Containi il palazzo viene ereditato nel 1841 da Giovanni Costabili Containi insieme all'intera collezione il quale a sua volta lo cede ai figli nel 1871 che, censensdo tutti i beni che il palazzo conteneva, decisero di vendere gli oggetti più preziosi al fine di sanare i debiti di famiglia.
Nel 1916 il conte Francesco Mazza acquista il palazzo dalla famiglia Costabili Containi adibendolo a convitto femminile il quale divenne poi clinica privata per malattie mentali fino ad essere adibito a supermercato, cinema, residenze e uffici fra il 1930 e il 1979 fino a divenire la sede della Facoltà di Economia dell'Università di Ferrara.

Architettura

La facciata del palazzo viene attribuita a Giovan Battista Aleotti il quale eseguì in precedenza un lavoro ornamentale sulla facciata di palazzo Bentivoglio a Ferrara e dal quale il Cardinale Bevilacqua trae ispirazione desiderando che fosse ornato e abbellito allo stesso modo. La parte centrale del prospetto è caratterizzata dal portone di ingresso sormontato da un balcone sorretto da mensole a voluta tra le quali si collocano le sculture ritraenti la "Concordia" e la "Verità".
Particolare del portone d'ingresso con le statue raffiguranti la Concordia e la Verità
Le finestre sono disposte su due ordini regolari mentre il resto della facciata è decorato con nicchie rotondeggianti ritraenti busti di imperatori romani e antichi filosofi, da decorazioni plastiche in arenaria raffigurante armature e trofei militari sostenuti da teste leonine oltre che da tabelle incise con motti latini decorate in oro.
Superato l'androne di ingresso, decorato con soffitto a volta e sormontato da lunette sorrette da peducci in stucco, si accede alla loggia interna del cortile costituita da cinque arcate sorrette da colonne con capitelli e ghiere. La loggia dà accesso alla "Sala dei canestri di fiori e frutti" ubicata al piano terra la quale presenta un soffitto cassettonato ad incavi esagonali diviso in nove campi con composizioni centrali di fiori, frutti e verdure e decorato con pitture risalenti al XVII secolo. Alla fine del loggiato si accede allo scalone d'onore fatto erigere nel 1710, costituito da tre ordini di arcate sorrette da colonne e da un pianerottolo con balaustra, che dà accesso al piano nobile del palazzo, in prevalenza decorato con interventi risalenti al XIX secolo.
Salito lo scalone d'onore si accede all'antico "Saloned'Onore" del quale oggi non rimane nessuna traccia storica. Il grande ambiente nel XVIII secolo era suddiviso nel gabinetto decorato a scagliola con attiguo retrè ed ospitava importanti pezzi della collezione del marchese Giovan Battista Costabili. Segue il "Salone degli antichi" il cui soffitto a volta è stato dipinto da Francesco Saraceni con la simbologia araldica delle più importanti signorie italiane tra cui gli Este, gli Sforza, gli Scaligeri, i Gonzaga e i Visconti.
Segue la "Sala della mitologia" la cui volta ritrae alcune scene a carattere mitologiche le quali mostrano Giove intento a scacciare dall'Olimpo le Furie Aletto e Megera. Alla destra di Giove siede Minerva e alla sua sinistra la Vittoria. Una seconda scena ritrae Mercurio che impugna il caduceo mentre è intento a trasmettere un messaggio di Giove a Venere in compagnia di due ninfe mentre Amore assiste alla scena.
Nell'adiacente "Sala di Amore e Psiche" sono decorati al soffitto quattro tondi che illustrano alcuni momenti della storia di Amore e Psiche. Infine si accede all'ultima stanza del palazzo, la "Stanza della biblioteca".













venerdì 15 maggio 2015

Monumento a Kesserling

Albert Kesselring, che durante il secondo conflitto mondiale fu il comandante delle forze armate germaniche in Italia, a fine conflitto (1947) fu processato e condannato a morte per i numerosi eccidi che l'esercito nazista aveva commesso ai suoi ordini (Fosse ArdeatineStrage di Marzabotto e molte altre). Successivamente la condanna fu commutata in ergastolo, ma egli venne rilasciato nel 1952 per le sue presunte gravi condizioni di salute. Tale gravità fu smentita dal fatto che Kesselring visse altri otto anni libero nel suo Paese, ove divenne quasi oggetto di culto negli ambienti neonazisti della Baviera.
Tornato libero, Kesselring sostenne di non essere affatto pentito di ciò che aveva fatto durante i 18 mesi nei quali tenne il comando in Italia ed anzi dichiarò che gli italiani, per il bene che secondo lui aveva loro fatto, avrebbero dovuto erigergli un monumento. In risposta a queste affermazioni Piero Calamandrei scrisse la celebre epigrafe, dedicata a Duccio Galimberti, "Lo avrai, camerata Kesselring...", il cui testo venne posto sotto una lapide ad ignominia di Kesselring stesso, deposta dal comune di Cuneo, e poi affissa anche a Montepulciano, in località Sant'Agnese, a Sant'Anna di Stazzema, ad Aosta, ai piedi del faro di Prarostino, all'ingresso delle cascate delle Marmore e a Borgo San Lorenzo, sull'antico palazzo del Podestà.

Lo avrai, camerata Kesselring...
Lo avrai
camerata Kesselring
il monumento che pretendi da noi italiani
ma con che pietra si costruirà
a deciderlo tocca a noi.
Non coi sassi affumicati
dei borghi inermi straziati dal tuo sterminio
non colla terra dei cimiteri
dove i nostri compagni giovinetti
riposano in serenità
non colla neve inviolata delle montagne
che per due inverni ti sfidarono
non colla primavera di queste valli
che ti videro fuggire.
Ma soltanto col silenzio dei torturati
più duro d'ogni macigno
soltanto con la roccia di questo patto
giurato fra uomini liberi
che volontari si adunarono
per dignità e non per odio
decisi a riscattare
la vergogna e il terrore del mondo.
Su queste strade se vorrai tornare
ai nostri posti ci ritroverai
morti e vivi collo stesso impegno
popolo serrato intorno al monumento
che si chiama
ora e sempre
RESISTENZA


Camminata per il cuore, con foto












13 aprile 2015
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Ferrara - ombrelli in Via Mazzini

Ferrara, Via Mazzini, 9 maggio 2015