giovedì 14 novembre 2013

TORINO, 23-24 novembre 2002

TORINO, 23-24 novembre 2002

Gita in occasione della mostra " Da Rousseau a Ligabue. Naif?"
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Andrè Bauchant
Camille Bombois

Henri Rousseau

Sèraphine Louis

Adolf Dietrich

Antonio Ligabue

Orneore Metelli

Bruno Rovesti

Ivan Generalic'

Ivan Rabuzin
Per leggere le biografie di tutti gli artisti partecipanti alla mostra
clicca qui

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E per finire le foto di NK:





















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Altro post : Torino, Aprile 2005



mercoledì 13 novembre 2013

SABBIONETA 1° novembre 2002

SABBIONETA  1° novembre 2002

(Gita a Mantova e a Sabbioneta in occasione della mostra "La celeste galleria", Palazzo Te)

Si dice che il duca Vespasiano Gonzaga, soldato valoroso più volte ferito in combattimento, tenesse con sè il celebre trattato d' architettura anche durante le fatiche delle campagne belliche. Quando nella seconda metà del Cinquecento tracciò i disegni della piccola capitale, la immaginò perfettamente compiuta in ogni parte entro il perimetro a stella delle sue mura. Sabbioneta, onorata come " piccola Atene" per la corte illuminata e coltissima che la frequentò, è il modello esemplare di 'città ideale', concepita e realizzata a misura del suo principe, secondo i canoni urbanistici rinascimentali.

Vespasiano Gonzaga duca di Sabbioneta

Vespasiano Gonzaga duca di Sabbioneta. - Figlio (Fondi 1532 - Sabbioneta 1591) di Luigi Rodomonte e di Isabella Colonna. Rimasto presto orfano, fu educato da Giulia Gonzaga e dal cardinale Ercole. Ottenne (1541) da Carlo V l'investitura di un gruppo di territorî, ch'egli costituì in piccolo stato intorno a Sabbioneta, trasformata da villaggio in cittadina capitale, con notevoli palazzi e raccolte d'arte. Valoroso soldato e abile ingegnere militare, fu creato Grande di Spagna di prima classe da Filippo II, al cui servizio fu a lungo. Infine (1576), si stabilì definitivamente a Sabbioneta, eretta poi in ducato (1574). Sposò successivamente Diana di Cardona (m. 1559), Anna d'Aragona (m. 1567; corsero voci per ambedue di morte violenta), e Margherita, figlia di Cesare Gonzaga Guastalla, onde la lunga questione della successione, toccata alla figlia di Anna, Isabella, principessa di Stigliano, e impugnata dai Gonzaga.

Per saperne di più.........
Per saperne di più.........



Foto di Sabbioneta
by NK



mercoledì 6 novembre 2013

Ferrara - Eccidio del Caffè del Doro - 17 novembre 1944

Eccidio del Caffè del Doro - 17 novembre 1944

(foto Nonnokucco)

(foto Nonnokucco)

(foto da Google Maps)



"Per l’ultimo monumento da vedere a Ferrara Circoscrizione I (o almeno
per l’ultimo che sono riuscito a rintracciare) ci si deve recare in Via
Padova, al di fuori delle mura. Consiglio di seguire i cartelli indicatori
per Rovigo-Padova. Arrivati in Viale Po si prosegue per Via Padova e,
dopo un centinaio di metri, si nota sulla sinistra il Caffè Doro:
esattamente di fronte, sul lato destro della strada, c’è un cippo. Non si
può lasciare la macchina sul ciglio della strada, conviene quindi avanzare
per qualche decina di metri ed infilarsi nel parcheggio sulla destra.
I libri che parlano della strage utilizzano il nome “Caffè del Doro” per
precisare la località. Il bar appare come un locale nuovo, ma una scritta
fuori avverte che è aperto fin dal 1911.
Il cippo, collocato tra due alberi, è sormontato da una croce. L’epigrafe è
la seguente: 

QUI
CADDERO PER LA LIBERTA’
IL 17 NOVEMBRE 1944
_______
AGNI MARIO
DOTT. AZZI MARIO
FRANCESCHINI GIUSEPPE
DOTT. MEDINI GIGI
RAG. PISTANI MICHELE
AVV. SAVONUZZI ALBERTO
SOFFRITTI ANTENORE
______
IL MUNICIPIO LI RICORDA

La strage, materialmente, fu compiuta dai Tedeschi, ai quali i fascisti
avevano consegnato i detenuti. I corpi vennero occultati in un cratere di una
bomba, di fronte al Caffè del Doro, che in quel periodo era chiuso. La
zona, anche se situata alla periferia di Ferrara, non era completamente
deserta: c’era il traffico della strada verso Venezia, c’erano i contadini
dei campi circostanti. Nessuno comunque si accorse (o volle accorgersi)
di quanto era avvenuto. La sorte delle vittime rimase sconosciuta per
mesi, fino a quando il caso non mise gli ex partigiani ferraresi sulla
giusta traccia. L’unica pista disponibile era il fatto che gli scomparsi
erano stati prelevati dalle SS. Un ex partigiano, Carlo Zaghi venne a
sapere di un autista, tal D’Agostino, che a Ferrara aveva prestato servizio
presso le SS e che si era poi trasferito in Provincia di Bolzano. Zaghi,
insieme al fratello di Savonuzzi e ad alcuni poliziotti, si recò a Bolzano e
riuscì a rintracciarlo: era il testimone della strage. I familiari delle vittime
ebbero almeno il conforto di rintracciare i corpi e dare loro sepoltura."

Le notizie sopra riportate sono state tratte dal bel libro di Andrea Poggiali:

I SEGNI DELLA GUERRA
Lapidi e monumenti, in Provincia di Ferrara,
ai caduti italiani nel XX secolo
con la collaborazione di Maria Edoarda Fava
VOLUME I
Claudio Nanni Editore
pag.162

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§§§§§§§§§§§§§§§§§§§

AGNI MARIO di anni 25
nato il 30/03/1919 a Bondeno.

Luogo di sepoltura:
Ferrara, Certosa - Cella Partigiani
Loculo individuale n. 0001
___________________________________


AZZI MARIO (ARNOLDO) di anni 25
Nato a Corlo di Formigine (Modena) il 4 settembre 1919, ucciso dai tedeschi a Ferrara il 17 novembre 1944, medico.

Era commissario politico dei GAP ferraresi e membro del CLN cittadino. Fu lui, che passandogli la bicicletta, consentì a Giuseppe D'Alema di mettersi in salvo, mentre i fascisti stavano per arrestarlo nei pressi di Piazza Castello, a Ferrara. Azzi fu eliminato, qualche giorno dopo la cattura, con Mario Agni, Gino Medini, Giuseppe Franceschini, Michele Pistani, Alberto Savonuzzi e Antenore Soffitti, in quello che viene ricordato come l'eccidio del Caffè del Doro. I corpi dei martiri furono ritrovati nei mesi successivi alla Liberazione. Infatti, sul finire dell'agosto 1945 - a poco più di quattro mesi dalla liberazione di Ferrara - nell'immediata periferia della città, nei pressi del Caffè del Doro, vennero disseppelliti i corpi di sette uomini.
Erano scomparsi l'anno precedente, dopo essere stati prelevati nottetempo dal carcere cittadino, dove erano stati rinchiusi per attività antifascista, in seguito agli arresti avvenuti tra il 7 ed il 26 ottobre 1944. Incarcerati per ordine di Carlo De Sanctis - a capo dell'Ufficio politico della Questura di Ferrara dal luglio 1944 - i sette avevano subito pesanti interrogatori, per alcuni accompagnati da vere e proprie torture, ed erano stati infine trucidati dalle SS con un colpo di pistola alla nuca. I corpi furono frettolosamente sepolti nel cratere aperto da una bomba e, fino al momento del ritrovamento delle salme, sulla sorte degli scomparsi nulla si seppe di certo. Ai familiari, che si erano peraltro visti consegnare gli effetti personali dei loro congiunti, De Sanctis aveva dichiarato che erano stati prelevati dalle SS e deportati in Germania.
Tra coloro che erano rimasti in carcere e negli stessi ambienti della Resistenza - che aveva tentato, senza riuscirci, di liberare i sette detenuti, i cui incarichi erano particolarmente nevralgici per l'organizzazione - circolarono voci di sommarie esecuzioni, confermate dal ritrovamento dell'agosto 1945. Il processo ai presunti responsabili dell'eccidio, che si tenne nell'immediato dopoguerra, dimostrò senza alcun dubbio che i sette partigiani erano stati trasportati dalle carceri al Caffè del Doro da un drappello di SS comandato dal maresciallo Pustowka, con un furgone messo a disposizione dalla Questura, diretta da Carlo De Sanctis.
(fonte: ANPI) 

Nell'ex Arcispedale S.Anna di Ferrara, nel corridoio a destra entrando dall'ingresso principale di Corso Giovecca, nei pressi del Laboratorio analisi, c'è questa lapide

 
(Foto Nonnokucco)

Testo:
IN QUESTE SALE
DI CARITA' E DI STUDIO
TI PRODIGASTI PER LA SALUTE DEI FRATELLI
ARNOLDO AZZI
ALLA DIVINA FATICA
LUCE E CONFORTO
VERRA' DAL TUO SUBLIME SACRIFICIO
ISPIRATO
A PATRIA LIBERTA' GIUSTIZIA

NELL'ANNIVERSARIO DEL SACRIFICIO 17 - XI -1945

 Luogo di sepoltura:
???
 ____________________________________________

FRANCESCHINI GIUSEPPE di anni 34
nato il 23/01/1910 ad Ostellato
Luogo di sepoltura:
???
____________________________________

MEDINI GIGI di anni 29
nato a Ferrara il 30/1/1915, medico chirurgo.

Lapide fuori del Laboratorio di Analisi del vecchioArcispedale S. Anna, dedicata a
Luigi Medini.


 

(Foto Nonnokucco)
Testo: 

DA QUESTO LABORATORIO 
CHE GLI FU LUOGO DI STUDIO E DI INDAGINE CLINICA 
 IL DOTTOR
GIGI MEDINI
NEI GIORNI OSCURI DELLA PATRIA 
IMMOLANDO LA GIOVANE VITA ALLA LIBERTA’
PREPARO’ E ANIMO’
L’INSURREZIONE DEL POPOLO FERRARESE

------------°----------
NEL PRIMO ANNIVERSARIO DELL’EROICO SACRIFICIO 
IL 17 NOVEMBRE 1945”.

Per vedere la lapide bisogna entrare dall’ingresso principale dell'ex Arcispedale S. Anna
e imboccare il corridoio sulla destra.
Il dottor Luigi Medini venne arrestato nella retata successiva alla cattura
del dottor Mario Azzi (anche lui medico del S.Anna). Quest’ultimo si era
sacrificato per sventare l’arresto di Giuseppe D’Alema, che era stato
inviato a Ferrara con il compito di riorganizzare il movimento partigiano.
Azzi, vedendo D’Alema fuggire per strada con un gruppetto di fascisti
alle calcagna, gli cedette la sua bicicletta, consentendogli di distanziare
gli inseguitori: pagò questo gesto di generosità con l’arresto, la tortura e
la morte, avvenuta assieme a Medini e ad altri nella strage di Caffè del
Doro.


Luogo di sepoltura:
Ferrara, Certosa - II Gran Claustro
Celletta Piano Terra n. 0035
______________________________________________

PISTANI MICHELE di anni 48
nato a Ferrara il 29/11/1896, ragioniere.

Ferrara, Certosa - Cella Partigiani
Loculo individuale n. 0027
_____________________________________



SAVONUZZI ALBERTO di anni 30
nato il 25/4/1914, residente a Ferrara, avvocato.
Luogo di sepoltura:
 ???
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SOFFRITTI ANTENORE di anni 32 
nato a Ferrara il 19/12/1912
Luogo di sepoltura:
 ???

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Nell'ingresso principale dell'ex Arcispedale S. Anna ho trovato un'altra lapide coperta dalla struttura che contiene il Presepio e che ho faticato a fotografare:

(Foto Nonnokucco)












IN QUESTO ARCISPEDALE
ALLA PATRIA ALLA LIBERTA'
VOTATISI MAGNANIMI ED AUDACI
I DOTTORI
GIGI MEDINI
ARNOLDO AZZI
SOGNARONO ORDIRONO ARMARONO
L'IMPETO DELLA RISCOSSA FERRARESE
CONTRO LA SANGUINARIA OPPRESSIONE NAZIFASCISTA
LA ATROCE MORTE EROICAMENTE AFFRONTATA
IL 17 NOVEMBRE 1944
RIFULGE E ROSSEGGIA
NELLE COSCIENZE LIBERATE
QUAL PEGNO SUBLIME
DI PURO AMOR PATRIO DI SALDA CONCORDIA CIVILE


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Via Mario Agni, Ferrara
Via Mario Azzi, Ferrara


Via Giuseppe Franceschini, Ferrara
Via Gigi Medini, Ferrara


Via Michele Pistani, Ferrara
Piazzale Alberto Savonuzzi, Ferrara
Via Antenore Soffritti; non sono riuscito ad avere maggiori dettagli con Google Maps. Dalla cronistoria delle Vie del Comune di Ferrara risulta iniziare da Via Cappellini Alfredo a Via Panigalli, Zona nord est.

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Altre notizie trovate su questo sito:

http://storiedimenticate.wordpress.com/2013/01/22/le-fucilazioni-in-massa-di-detenuti-politici-a-bologna-negli-ultimi-mesi-di-occupazione-tedesca/

All’alba del 17 novembre 1944 nel carcere di via Piangipane, situato nel centro del capoluogo estense, vengono prelevati da militari SS un gruppo di 7 prigionieri politici, già appartenenti alla dirigenza della Resistenza ferrarese, lì imprigionati dopo gli arresti avvenuti fra il settembre e l’ottobre precedenti. Sul registro dei detenuti, accanto a ciascuno dei loro nomi, compare la dicitura “inviato in Germania per il lavoro”. Dal gruppo dei sette manca il nome di Carlo Zaghi, depennato all’ultimo momento per intervento del prefetto Altini, come risultato delle coraggiose azioni intraprese dalla moglie del prigioniero. Ed è Carlo Zaghi, sopravvissuto dopo essere stato trasferito nel carcere di Padova, che molti anni dopo in un’opera autobiografica ricostruirà gli eventi di quel giorno.
Dopo il prelevamento i sette detenuti vengono fatti salire su un torpedone messo a disposizione dalla Questura, che lasciato il centro del capoluogo imbocca la statale Ferrara-Venezia, per fermarsi però solo a pochi chilometri, nei pressi del Caffè del Doro, chiuso e disabitato. L’area era stata preventivamente circondata da un reparto di SS italiane, per chiuderne gli accessi. Ad una cinquantina di metri dalla strada, in mezzo a un campo, si trova un vasto cratere. I detenuti vi vengono condotti ed uno alla volta uccisi con un colpo di pistola alla nuca, la cui eco viene attutita dal motore mandato su di giri. Dopo, appena un velo di terra, che sarà tuttavia sufficiente a nascondere i corpi fino all’estate del 1945, quando proprio l’autista del torpedone, un italiano impiegato dalle SS in quella mansione, dopo la sua cattura vi accompagnerà le autorità. Nell’agosto del 1945 si terrà il processo, nel corso del quale oltre alle responsabilità dei funzionari di polizia fascisti nella gestione della fase precedente il prelievo, si appurerà che a premere il grilletto della pistola di esecuzione vi era quel giorno un certo Gustavo Pustowska, maresciallo SS, appositamente giunto dal comando SS di Bologna, dove “operava”.
Annota il Zaghi come “fino allora le esecuzioni di detenuti politici arrestati in Ferrara e provincia dagli organi della polizia repubblichina erano prerogativa esclusiva di dette autorità, che prelevavano, arrestavano, fucilavano in piena autonomia, senza chiedere il permesso a nessuno. (…) Con l’eccidio di Caffè del Doro si cambia tattica. I detenuti vengono affidati dalla Questura al braccio secolare della Germania nazista: cioè le SS, abituate da sempre ad andare per le spicce e a considerare eccessivi gli scrupoli giuridici formali e burocratici delle pubbliche autorità fasciste”.























































giovedì 12 settembre 2013

Sagra del "bagigino" - Valle Campo, Comacchio

Fritto di valle : bagigini e gamberetti

































8 settembre 2013 - Sagra del "bagigino" con Giu. e Gio.