(foto Nonnokucco) |
(foto Nonnokucco) |
(foto da Google Maps) |
"Per l’ultimo monumento da vedere a Ferrara Circoscrizione I (o almeno
per l’ultimo che sono riuscito a rintracciare) ci si deve recare in Via
Padova, al di fuori delle mura. Consiglio di seguire i cartelli indicatori
per Rovigo-Padova. Arrivati in Viale Po si prosegue per Via Padova e,
dopo un centinaio di metri, si nota sulla sinistra il Caffè Doro:
esattamente di fronte, sul lato destro della strada, c’è un cippo. Non si
può lasciare la macchina sul ciglio della strada, conviene quindi avanzare
per qualche decina di metri ed infilarsi nel parcheggio sulla destra.
I libri che parlano della strage utilizzano il nome “Caffè del Doro” per
precisare la località. Il bar appare come un locale nuovo, ma una scritta
fuori avverte che è aperto fin dal 1911.
Il cippo, collocato tra due alberi, è sormontato da una croce. L’epigrafe è
la seguente:
per l’ultimo che sono riuscito a rintracciare) ci si deve recare in Via
Padova, al di fuori delle mura. Consiglio di seguire i cartelli indicatori
per Rovigo-Padova. Arrivati in Viale Po si prosegue per Via Padova e,
dopo un centinaio di metri, si nota sulla sinistra il Caffè Doro:
esattamente di fronte, sul lato destro della strada, c’è un cippo. Non si
può lasciare la macchina sul ciglio della strada, conviene quindi avanzare
per qualche decina di metri ed infilarsi nel parcheggio sulla destra.
I libri che parlano della strage utilizzano il nome “Caffè del Doro” per
precisare la località. Il bar appare come un locale nuovo, ma una scritta
fuori avverte che è aperto fin dal 1911.
Il cippo, collocato tra due alberi, è sormontato da una croce. L’epigrafe è
la seguente:
QUI
CADDERO PER LA LIBERTA’
IL 17 NOVEMBRE 1944
_______
AGNI MARIO
DOTT. AZZI MARIO
FRANCESCHINI GIUSEPPE
DOTT. MEDINI GIGI
RAG. PISTANI MICHELE
AVV. SAVONUZZI ALBERTO
SOFFRITTI ANTENORE
______
IL MUNICIPIO LI RICORDA
La strage, materialmente, fu compiuta dai Tedeschi, ai quali i fascisti
avevano consegnato i detenuti. I corpi vennero occultati in un cratere di una
bomba, di fronte al Caffè del Doro, che in quel periodo era chiuso. La
zona, anche se situata alla periferia di Ferrara, non era completamente
deserta: c’era il traffico della strada verso Venezia, c’erano i contadini
dei campi circostanti. Nessuno comunque si accorse (o volle accorgersi)
di quanto era avvenuto. La sorte delle vittime rimase sconosciuta per
mesi, fino a quando il caso non mise gli ex partigiani ferraresi sulla
giusta traccia. L’unica pista disponibile era il fatto che gli scomparsi
erano stati prelevati dalle SS. Un ex partigiano, Carlo Zaghi venne a
sapere di un autista, tal D’Agostino, che a Ferrara aveva prestato servizio
presso le SS e che si era poi trasferito in Provincia di Bolzano. Zaghi,
insieme al fratello di Savonuzzi e ad alcuni poliziotti, si recò a Bolzano e
riuscì a rintracciarlo: era il testimone della strage. I familiari delle vittime
ebbero almeno il conforto di rintracciare i corpi e dare loro sepoltura."
Le notizie sopra riportate sono state tratte dal bel libro di Andrea Poggiali:
I SEGNI DELLA GUERRA
Lapidi e monumenti, in Provincia di Ferrara,
ai caduti italiani nel XX secolo
con la collaborazione di Maria Edoarda Fava
VOLUME I
Claudio Nanni Editore
pag.162
-----------------------------
§§§§§§§§§§§§§§§§§§§
AGNI MARIO di anni 25
nato il 30/03/1919 a Bondeno.
Luogo di sepoltura:
Ferrara, Certosa - Cella Partigiani
Loculo individuale n. 0001
___________________________________
Nato a Corlo di Formigine (Modena) il 4 settembre 1919, ucciso dai tedeschi a Ferrara il 17 novembre 1944, medico.
Era commissario politico dei GAP ferraresi e membro del CLN cittadino. Fu lui, che passandogli la bicicletta, consentì a Giuseppe D'Alema
di mettersi in salvo, mentre i fascisti stavano per arrestarlo nei
pressi di Piazza Castello, a Ferrara. Azzi fu eliminato, qualche giorno
dopo la cattura, con Mario Agni, Gino Medini, Giuseppe Franceschini,
Michele Pistani, Alberto Savonuzzi e Antenore Soffitti, in quello che
viene ricordato come l'eccidio del Caffè del Doro. I corpi dei martiri
furono ritrovati nei mesi successivi alla Liberazione. Infatti, sul
finire dell'agosto 1945 - a poco più di quattro mesi dalla liberazione
di Ferrara - nell'immediata periferia della città, nei pressi del Caffè
del Doro, vennero disseppelliti i corpi di sette uomini.
Erano scomparsi l'anno precedente, dopo essere stati prelevati nottetempo dal carcere cittadino, dove erano stati rinchiusi per attività antifascista, in seguito agli arresti avvenuti tra il 7 ed il 26 ottobre 1944. Incarcerati per ordine di Carlo De Sanctis - a capo dell'Ufficio politico della Questura di Ferrara dal luglio 1944 - i sette avevano subito pesanti interrogatori, per alcuni accompagnati da vere e proprie torture, ed erano stati infine trucidati dalle SS con un colpo di pistola alla nuca. I corpi furono frettolosamente sepolti nel cratere aperto da una bomba e, fino al momento del ritrovamento delle salme, sulla sorte degli scomparsi nulla si seppe di certo. Ai familiari, che si erano peraltro visti consegnare gli effetti personali dei loro congiunti, De Sanctis aveva dichiarato che erano stati prelevati dalle SS e deportati in Germania.
Tra coloro che erano rimasti in carcere e negli stessi ambienti della Resistenza - che aveva tentato, senza riuscirci, di liberare i sette detenuti, i cui incarichi erano particolarmente nevralgici per l'organizzazione - circolarono voci di sommarie esecuzioni, confermate dal ritrovamento dell'agosto 1945. Il processo ai presunti responsabili dell'eccidio, che si tenne nell'immediato dopoguerra, dimostrò senza alcun dubbio che i sette partigiani erano stati trasportati dalle carceri al Caffè del Doro da un drappello di SS comandato dal maresciallo Pustowka, con un furgone messo a disposizione dalla Questura, diretta da Carlo De Sanctis.
Erano scomparsi l'anno precedente, dopo essere stati prelevati nottetempo dal carcere cittadino, dove erano stati rinchiusi per attività antifascista, in seguito agli arresti avvenuti tra il 7 ed il 26 ottobre 1944. Incarcerati per ordine di Carlo De Sanctis - a capo dell'Ufficio politico della Questura di Ferrara dal luglio 1944 - i sette avevano subito pesanti interrogatori, per alcuni accompagnati da vere e proprie torture, ed erano stati infine trucidati dalle SS con un colpo di pistola alla nuca. I corpi furono frettolosamente sepolti nel cratere aperto da una bomba e, fino al momento del ritrovamento delle salme, sulla sorte degli scomparsi nulla si seppe di certo. Ai familiari, che si erano peraltro visti consegnare gli effetti personali dei loro congiunti, De Sanctis aveva dichiarato che erano stati prelevati dalle SS e deportati in Germania.
Tra coloro che erano rimasti in carcere e negli stessi ambienti della Resistenza - che aveva tentato, senza riuscirci, di liberare i sette detenuti, i cui incarichi erano particolarmente nevralgici per l'organizzazione - circolarono voci di sommarie esecuzioni, confermate dal ritrovamento dell'agosto 1945. Il processo ai presunti responsabili dell'eccidio, che si tenne nell'immediato dopoguerra, dimostrò senza alcun dubbio che i sette partigiani erano stati trasportati dalle carceri al Caffè del Doro da un drappello di SS comandato dal maresciallo Pustowka, con un furgone messo a disposizione dalla Questura, diretta da Carlo De Sanctis.
(fonte: ANPI)
Nell'ex Arcispedale S.Anna di Ferrara, nel corridoio a destra entrando dall'ingresso principale di Corso Giovecca, nei pressi del Laboratorio analisi, c'è questa lapide
Testo:
Luogo di sepoltura:
???
____________________________________________
Nell'ex Arcispedale S.Anna di Ferrara, nel corridoio a destra entrando dall'ingresso principale di Corso Giovecca, nei pressi del Laboratorio analisi, c'è questa lapide
(Foto Nonnokucco) |
Testo:
IN QUESTE SALE
DI CARITA' E DI STUDIO
TI PRODIGASTI PER LA SALUTE DEI FRATELLI
ARNOLDO AZZI
ALLA DIVINA FATICA
LUCE E CONFORTO
VERRA' DAL TUO SUBLIME SACRIFICIO
ISPIRATO
A PATRIA LIBERTA' GIUSTIZIA
NELL'ANNIVERSARIO DEL SACRIFICIO 17 - XI -1945
Luogo di sepoltura:
???
____________________________________________
FRANCESCHINI GIUSEPPE di anni 34
nato il 23/01/1910 ad Ostellato
???
____________________________________
MEDINI GIGI di anni 29
nato a Ferrara il 30/1/1915, medico chirurgo.
Lapide fuori del Laboratorio di Analisi del vecchioArcispedale S. Anna, dedicata a
Luigi Medini.
Lapide fuori del Laboratorio di Analisi del vecchioArcispedale S. Anna, dedicata a
Luigi Medini.
(Foto Nonnokucco) |
DA QUESTO LABORATORIO
CHE GLI FU LUOGO DI STUDIO E DI INDAGINE CLINICA
IL DOTTOR
GIGI MEDINI
NEI GIORNI OSCURI DELLA PATRIA
GIGI MEDINI
NEI GIORNI OSCURI DELLA PATRIA
IMMOLANDO LA GIOVANE VITA ALLA LIBERTA’
PREPARO’ E ANIMO’
L’INSURREZIONE DEL POPOLO FERRARESE
------------°----------
NEL PRIMO ANNIVERSARIO DELL’EROICO SACRIFICIO
L’INSURREZIONE DEL POPOLO FERRARESE
------------°----------
NEL PRIMO ANNIVERSARIO DELL’EROICO SACRIFICIO
IL 17 NOVEMBRE 1945”.
Per vedere la lapide bisogna entrare dall’ingresso principale dell'ex Arcispedale S. Anna
e imboccare il corridoio sulla destra.
Il dottor Luigi Medini venne arrestato nella retata successiva alla cattura
del dottor Mario Azzi (anche lui medico del S.Anna). Quest’ultimo si era
sacrificato per sventare l’arresto di Giuseppe D’Alema, che era stato
inviato a Ferrara con il compito di riorganizzare il movimento partigiano.
Azzi, vedendo D’Alema fuggire per strada con un gruppetto di fascisti
alle calcagna, gli cedette la sua bicicletta, consentendogli di distanziare
gli inseguitori: pagò questo gesto di generosità con l’arresto, la tortura e
la morte, avvenuta assieme a Medini e ad altri nella strage di Caffè del
Doro.
Luogo di sepoltura:
Ferrara, Certosa - II Gran Claustro
Celletta Piano Terra n. 0035
______________________________________________
PISTANI MICHELE di anni 48
nato a Ferrara il 29/11/1896, ragioniere.
Ferrara, Certosa - Cella Partigiani Loculo individuale n. 0027
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