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domenica 24 agosto 2025

ARCHIMEDE

Alcune notizie su Archimede tratte dal sito, (come solito), di Wikipedia al quale vi rimandiamo se volete approfondire l'attività del matematico, fisico e ............

 https://it.wikipedia.org/wiki/Archimede

Archimede di Siracusa (in greco antico: Ἀρχιμήδης?, Archimédēs; Siracusa, 287 a.C. circa – Siracusa, 212 a.C.[1]) è stato un matematico, fisico e inventore siceliota.

Considerato come uno dei più grandi scienziati e matematici della storia, contribuì ad aumentare la conoscenza in settori che spaziano dalla geometria all'idrostatica, dall'ottica alla meccanica: fu in grado di calcolare la superficie e il volume della sfera e formulò le leggi che regolano il galleggiamento dei corpi; in campo ingegneristico, scoprì e sfruttò i principi di funzionamento delle leve e il suo stesso nome è associato a numerose macchine e dispositivi, come la vite di Archimede, a dimostrazione della sua capacità inventiva. Circondate ancora da un alone di mistero sono invece le macchine da guerra che Archimede avrebbe preparato per difendere Siracusa dall'assedio romano.

La sua vita è ricordata attraverso numerosi aneddoti, talvolta di origine incerta, che hanno contribuito a costruire la figura dello scienziato nell'immaginario collettivo. È rimasta celebre nei secoli, ad esempio, l'esclamazione èureka! (εὕρηκα! - ho trovato!) a lui attribuita dopo la scoperta del principio sul galleggiamento dei corpi che ancora oggi porta il suo nome. 

 Il principio del sollevamento della vite di Archimede

 


martedì 18 febbraio 2025

EVANGELISTA TORRICELLI

 

 
Evangelista Torricelli 
(Roma, 15 ottobre 1608 – Firenze, 25 ottobre 1647 - 39 anni) è stato un matematico e fisico italiano. 

Torricelli nacque a Roma (ma, fino al 1987, si è ritenuto che fosse nato a Faenza) da genitori romagnoli, Gaspare Ruberti, un tessitore originario di Bertinoro (nell'odierna provincia di Forlì-Cesena), e Giacoma Torricelli, originaria di Faenza. Rimase orfano in tenera età e trascorse l'infanzia e l'adolescenza a Faenza, dove fu iniziato allo studio dallo zio materno, Gian Francesco Torricelli (Don Jacopo, monaco camaldolese), parroco di S. Ippolito, che curò la sua educazione primaria. Frequentò poi la scuola dei Gesuiti, prima a Faenza e quindi a Roma, dove si avvicinò agli studi di matematica, che approfondì sotto la guida di Benedetto Castelli (1577-1644), padre benedettino, rinomato professore di matematica e idraulica al Collegio della Sapienza, e illustre discepolo di Galileo. 
 
 
L'11 settembre del 1632 Evangelista Torricelli ebbe contatti epistolari con Galileo Galilei
 (Pisa, 15 febbraio 1564 – Arcetri, 8 gennaio 1642 - 78 anni). Il 10 ottobre 1641 Torricelli divenne assistente di Galileo, assieme a Vincenzo Viviani, e su domanda e insistenza di Galilei si trasferì nella sua abitazione. 
Galileo morì pochi mesi dopo (l'8 gennaio del 1642). Alla sua morte, il granduca Ferdinando II de' Medici nominò Torricelli suo successore come matematico del Granducato di Toscana, carica che ricoprì fino alla morte, e divenne professore di matematica presso l'Accademia fiorentina.  

Oltre all'attività di matematico e studioso di geometria, nel corso della quale elaborò diversi importanti teoremi e anticipò il calcolo infinitesimale, egli si dedicò alla fisica, studiando il moto dei gravi e dei fluidi e approfondendo l'ottica. Possedeva un laboratorio nel quale realizzava egli stesso lenti e telescopi. A causa della sua prematura scomparsa, non conosciamo i particolari del processo originale di lavorazione, poiché lo scienziato lo aveva coperto da segreto.

Torricelli si dedicò anche allo studio dei fluidi, giungendo a inventare il barometro a mercurio, chiamato "tubo di Torricelli" o "tubo da vuoto di Torricelli", prima della fine del 1644. Tale invenzione era basata nella misurazione della pressione atmosferica attraverso l'uso di un tubo che, proprio sotto la spinta di tale pressione, veniva riempito dal mercurio fino all'altezza di 760 mm (esperimento effettuato sul livello del mare). Proprio da questa invenzione è nata l'unità di misura della pressione "millimetri di mercurio" (mmHg) e l'uguaglianza: 1 atm = 760 mmHg (la pressione di un'atmosfera corrisponde a 760 millimetri di mercurio). Nello stesso anno pubblicò l'opera in tre parti dal titolo Opera geometrica, della quale De motu gravium costituisce la seconda parte.

Torricelli morì a Firenze a 39 anni, probabilmente pochi giorni dopo aver contratto una malattia (tifo oppure polmonite), e venne sepolto nella basilica di San Lorenzo.

 
Per approfondire:

venerdì 20 dicembre 2024

SOLSTIZIO D'INVERNO 2024

 Il primo giorno del weekend, il 21 dicembre, segna il solstizio d'inverno, che porta con sé il giorno più corto e la notte più lunga dell'anno.

Il 21 dicembre 2024 segna l'arrivo del solstizio d'inverno che porta con sé il giorno più corto e la notte più lunga dell'anno. Si tratta del giorno che segna il momento di transizione tra l'autunno e l'inverno ed è caratterizzato dalla giornata più breve dell'anno.

Cos'è il solstizio d'inverno e quando ricade nel 2024

Il solstizio d'inverno è una celebrazione della luce e della rinascita simbolica del sole. Dal punto di vista scientifico con il solstizio di inverno si intende il periodo dell'anno in cui la Terra è alla sua inclinazione più estrema verso o lontano dal sole. L'inclinazione significa che gli emisferi settentrionale e meridionale ricevono quantità di luce solare molto diverse, e giorni e notti sono al massimo della loro disuguaglianza.

Per questo motivo durante il solstizio invernale dell'emisfero settentrionale, la metà superiore della Terra è inclinata lontano dal sole, creando il giorno più corto e la notte più lunga dell'anno. Nel 2024 il solstizio d'inverno ricade nel primo giorno del weekend, il 21 dicembre che porta con sé il giorno più corto, ma anche la notte più lunga dell'anno.

Da domenica 22 dicembre, le giornate inizieranno ad allungarsi un p0' nell'emisfero settentrionale, ogni singolo giorno fino a fine giugno. L'aumento della luce del giorno sarà poco nei primi giorni, solo una questione di secondi al giorno, ma crescerà costantemente fino a quando la luce del giorno si espanderà di tre minuti ogni giorno a marzo.

Solstizio d'inverno, perché le date variano?

Le date dell'equinozio e del solstizio non sono sempre uguali a causa dell'orbita ellittica della Terra attorno al Sole. Durante gli equinozi di primavera e autunno, l'asse terrestre e la sua orbita si allineano in modo tale che gli emisferi ricevano la stessa quantità di luce solare. Durante l'equinozio, invece, giorno e notte durano quasi la stessa quantità di tempo. Mentre i solstizi danno il via all'estate e all'inverno, gli equinozi segnano l'inizio della primavera e dell'autunno.

La data degli equinozi e dei solstizi varia perché un anno nel moderno calendario gregoriano non corrisponde esattamente alla durata del tempo che impiega la Terra a completare un'orbita attorno al Sole. Cosa significa? La tempistica degli equinozi e dei solstizi si allontana lentamente dal calendario gregoriano e il solstizio avviene circa sei ore dopo ogni anno. Il ritardo diventa così grande da cadere sempre in una data diversa. Per riallineare il calendario all'orbita terrestre, viene introdotto un giorno in più nell'anno bisestile ogni quattro anni (il 29 febbraio). Quando questo accade, le date degli equinozi e dei solstizi tornano alla data precedente.

Notizie tratte, pari pari, da:

https://www.meteo.it/notizie/solstizio-dinverno-2024-arriva-il-giorno-piu-corto-dellanno-a7253315 

 

martedì 20 febbraio 2024

ANNO BISESTILE

 

ANNO BISESTILE

L’anno bisestile prende il nome dall’espressione latina bis sexto die (sesto giorno ripetuto). I romani infatti aggiungevano al calendario un giorno in più dopo il 24 febbraio, detto ante diem bis sextum Kalendas Martias (sesto giorno prima delle Calende di marzo).

L’anno bisestile è, sostanzialmente, un anno che conta un giorno in più – tradizionalmente il 29 febbraio – e che nel calendario giuliano cade ogni 4 anni (negli anni, appunto, divisibili per 4), mentre nel calendario gregoriano – il nostro – cade sia ogni 4 anni che negli anni secolari divisibili per 400. Il 2024 nella fattispecie sarà un anno bisestile.

Qual è stato il primo anno bisestile

L’idea dell’anno bisestile venne a Giulio Cesare nel 46 a.C., quando ancora veniva conteggiato dopo il 24 febbraio, cioè prima delle calende di marzo. L’applicazione degli anni bisestili è stata però definitivamente regolarizzata da Ottaviano Augusto a partire dall’8 d.C. Il primo anno bisestile per come lo conosciamo oggi – e cioè da quando i giorni sono conteggiati a partire dal primo del mese – è stato perciò l’8 d.C.

A cosa serve l'anno bisestile

L’anno bisestile serve a colmare un gap temporale nel mutare delle stagioni, ed è tipico dei calendari solari – giuliano e gregoriano, principalmente. La Terra impiega 365 giorni, 5 ore, 48 minuti e 45 secondi a completare un'orbita intorno al Sole, il che non coincide con il calendario gregoriano attualmente in utilizzo, che di giorni ne conta solo 365.

Quanti giorni ha un anno bisestile

Dal momento che entro un secolo senza utilizzare l’anno bisestile si avrebbe uno sfasamento tra anno solare e anno tropico di circa 24 giorni, si è deciso di introdurre un giorno in più ogni 4 anni per riequilibrare la tempistica. La durata media dell’anno si “allunga”, perciò, rispetto a quella solita. Diventa così di 365,25 giorni (ovvero 365 giorni e 6 ore) riducendo il gap con l’anno tropico.

Cosa succede per i nati il 29 febbraio

Chi compie gli anni in un anno bisestile, naturalmente, non può aspettare 4 anni per poter festeggiare il compleanno. Tradizionalmente, il compleanno viene perciò festeggiato il 28 febbraio o il 1 marzo.


 Tutte le notizie sopra riportate sono state copiate dal sito seguente:

https://www.studenti.it/anno-bisestile-cos-e-e-come-funziona.html 

 

 

lunedì 27 novembre 2023

L' ABIURA DI GALILEO GALILEI

 UNA GIORNATA PARTICOLARE 

a cura di Aldo Cazzullo

 L' ABIURA DI GALILEO GALILEI 

 

Nato a Pisa il 15 febbraio 1564 da famiglia di antiche origini ma di mezzi modesti, Galileo Galilei era il maggiore dei sette figli di Vincenzo Galilei e Giulia Ammannati, il padre fiorentino della borghesia decaduta, la madre con due porpore cardinalizie nell'albero genealogico.

Vincenzo era un musicista di valore, ma si guadagnava la vita lavorando a bottega dalla famiglia della moglie, fino a quando a Firenze divenne musico di corte. Galileo fu mandato al monastero di Vallombrosa a studiare greco, latino e logica. Lì fu attratto dalla vita monastica e diventò novizio.

Vincenzo, contrario a questa svolta mistica che non avrebbe fruttato denari, gli cambiò scuola e, a 17 anni, lo iscrisse al collegio La sapienza di Pisa per garantirgli una carriera nella medicina. Ma anche qui Galileo scelse di testa sua, preferendo la matematica all'anatomia. Amava la dialettica ed era un attaccabrighe, cosa che rese inevitabile lo scontro con la monolitica scienza aristotelica. ........................

......notizie tratte da FOCUS.

Per approfondire:

https://www.focus.it/cultura/storia/galileo-galilei-chi-era  

 



 

domenica 16 dicembre 2018

SOLSTIZIO D'INVERNO



solstizio d'inverno
solstizio d'inverno

L'avvio dell'Inverno astronimico sarà sancito dal Solstizio d'Inverno, ossia il momento in cui il Sole, nel suo moto apparente lungo l'eclittica (l'orbita della terra giace su un piano immaginario, dove si trova anche il Sole, che prende il nome di piano dell'eclittica. L'eclittica è il cammino apparente che il Sole traccia nel cielo durante l'anno), raggiunge il punto di declinazione (è quindi l'angolo al centro sotteso da un arco di meridiano celeste compreso fra l'equatore celeste e il parallelo passante per l'oggetto, analogo alla latitudine terrestre) minima o massima. Quest'anno il solsitizio sarà il 21 dicembre alle ore 23:22 italiana.
Il solstizio tuttavia non cade sempre il 21 Dicembre. Nel nostro emisfero, quello boreale, la declinazione raggiunge il valore massimo positivo in corrisponda del solstizio d'estate, mentre raggiunge il massimo negativo nel solstizio d'inverno. Tuttavia l'orario preciso in cui tale fenomeni si verifica ritarda di anno in anno di circa 6 ore, per poi ritornare in dietro negli anni bisestile, ed è per questo che il Solstizio d'inverno può cadere tra il 21 ed il 22 Dicembre. Quest'anno si verificherà il 21 dicembre alle ore 17:28 italiane.

E' il giorno più corto dell'anno. Contrariamente a quanto si pensi non è Santa Lucia (il 13) il giorno più corto dell'anno. In realtà in prossimità del 13 dicembre si verifica il periodo in cui il Sole tramonta prima: per le prime due settimane di dicembre l'orario del tramonto si mantiene quasi costante, tra le 16.41 e le 16.42.

Data importante per molti popoli...Non dimentichiamo, inoltre, che quell'avvenimento iniziò ad essere celebrato dai nostri antenati, ad esempio presso le costruzioni megalitiche di Stonehenge, in Gran Bretagna, di Newgrange, Knowth e Dowth, in Irlanda o attorno alle incisioni rupestri di Bohuslan, in Iran, e della Val Camonica, in Italia, già in epoca preistorica e protostorica. Esso, inoltre, ispirò il "frammento 66" dell'opera di Eraclito di Efeso (560/480 a.C) e fu allegoricamente cantato da Omero (Odissea 133, 137) e da Virgilio (VI° libro dell'Eneide). Quello stesso fenomeno, fu invariabilmente atteso e magnificato dall'insieme delle popolazioni indoeuropee: i Gallo-Celti lo denominarono "Alban Arthuan" ("rinascita del dio Sole"); i Germani, "Yulè" (la "ruota dell'anno"); gli Scandinavi "Jul" ("ruota solare"); i Finnici "July" ("tempesta di neve"); i Lapponi "Juvla"; i Russi "Karatciun" (il "giorno più corto").

Per molti il Solstizio d'Inverno è il passaggio dalle Tenebre alla Luce, è da questo giorno che il sole resta progressivamente sempre più a lungo nel cielo allungando così le nostre giornate. Questa è una festa di luce, dai profondi messaggi iniziatici ed esoterici legati al risveglio interiore.  
 
Secondo la tradizione le porte Sostiziali sono controllate dai due Giovanni; il Battista al solstizio estivo e l'Evangelista a quello invernale. Il solstizio stesso è chiamato "la porta", un tempo custodita dal guardiano Giano Bifronte (con l'avvento del cristianesimo il romano Giano dai due volti ha ceduto il posto ai due Giovanni) che sono il simbolo di una contemporanea esistenza di due dimensioni, che durante i solstizi si congiungono e le porte sono aperte ed è permesso il varco.  Nelle tradizioni germanica  e celtica precristiana, Yule era la festa del solstizio d'inverno. L'etimologia della parola "Yule" (Jól) non è chiara. È diffusa (ma probabilmente errata) l'idea che derivi dal norreno Hjól ("ruota"), con riferimento al fatto che, nel solstizio d'inverno, la "ruota dell'anno si trova al suo estremo inferiore e inizia a risalire". I linguisti suggeriscono invece che Jól sia stata ereditata dalle lingue germaniche da un substrato linguistico pre-indoeuropeo. Nei linguaggi scandinavi, il termine Jul ha entrambi i significati di Yule e di Natale, e viene talvolta usato anche per indicare altre festività di dicembre. Il termine si è diffuso anche nelle lingue finniche (e indica il Natale), sebbene tali lingue non siano di ceppo germanico.

Un simbolo solstiziale è il Vischio, pianta sacra per i DRUIDI, che veniva recisa dall'albero su cui nasceva seguendo di una solenne cerimonia. La raccolta del vischio avveniva specialmente in due momenti particolari dell'anno: a Samhain e nel Giorno di San Giovanni. Il Vischio era considerato la panacea per tutti i mali. Essa e' una pianta parassita che affonda le sue radici nell'altrui forza, non tocca terra e veniva considerata una emanazione divina.   Gli antichi la chiamavano anche "scopa del fulmine", pensavano che nascesse quando a folgore colpiva un albero. Per rispetto a questa sua natura divina i DRUIDI lo tagliavano usando rispettosamente un falcetto d'oro. E' ben augurale per l'anno che viene, averne un ramoscello nelle case.



sabato 15 dicembre 2018

SANTA LUCIA - LA NOTTE PIU LUNGA CHE CI SIA?







Redazione 3BMeteo
Santa Lucia, davvero il giorno più corto che ci sia? Foto di Daniela Sciascia
Santa Lucia, davvero il giorno più corto che ci sia? Foto di Daniela Sciascia
Vi sarà capitato di sentir dire: " Santa Lucia, il giorno più corto che ci sia", ma è veramente così? In realtà no,  visto che scientificamente il giorno più corto dell'anno è quello che corrisponde al Solstizio d'Inverno, che quest'anno sarà il 21 Dicembre alle 11:44.

Ma allora da dove trae origine questo modo di dire? Come per molti dei detti dall'antichità (più precisamente prima del 16° Secolo) anche questo trova le sue origini in tempi durante il quale la sfasatura tra il candelario civile e quello solare era così grande che il solstizio cadeva proprio fra il 12 e il 13 Dicembre. Con la riforma del calendario, introdotta da Papa Gregorio XIII nel 1582, si passò direttamente dal 4 Ottobre al 15 Ottobre, togliendo quindi i 10 giorni di sfasatura accumulati negli oltre 10 secoli precedenti. Il solstizio passò così al 21-22 Dicembre ma la festa della Santa rimase sempre al 13.

Tuttavia non tutto il detto è errato. Va precisato infatti che nell'intorno del 13 si ha effettivamente una riduzione delle giornate, che vedono tramontare il Sole sempre prima. In effetti al Solstizio il sole tramonta generalmente già 3 minuti dopo rispetto a Santa Lucia, ma è l'alba che ritarda il suo arrivo. In altre parole anche se in sole tramonta dopo esso resta sopra l'orizzonte circa 3 minuti in meno rispetto al giorno 13. 

Ricordiamo che il solstizio invernale si ha quando il Sole tocca il punto più meridionale del suo tragitto annuo (apparente) intorno alla Terra. Trovandosi ben 23,5° più "basso" che non agli equinozi (21 marzo, 22 settembre), il Sole risulta molto basso (e quindi poco caldo) a mezzogiorno, sorge tardi e tramonta presto, per cui le ore di luce sono poche e il nostro emisfero viene poco riscaldato dai suoi raggi. Nel giorno del solstizio d'inverno inizia ufficialmente l'inverno astronomico nell'emisfero boreale ( e l'estate in quello australe), che ricordiamo differisce da quello meteorologico il cui avvio è il 1 dicembre.





venerdì 21 settembre 2018

EQUINOZIO D'AUTUNNO - SETTEMBRE 2018

L'equinozio d'autunno non è il 21 settembre: quest'anno arriva il 23

L'equinozio d'autunno non è il 21 settembre: quest'anno arriva il 23 
 
Anche se tutti pensano che oggi finisca l'estate, non è così. L'equinozio d'autunno - il momento in cui, per la rivoluzione terrestre, il giorno è esattamente uguale alla notte - non cade infatti il 21 settembre, ma il 22 o il 23 (rarissimamente il 21 o il 24). È da mille anni che questo evento astronomico non si verifica in questa data: lo farà di nuovo solo nel 2092 e nel 2096.
Per molti - visto che le altre stagioni iniziano il 21 (marzo, giugno e dicembre) - anche l'autunno dovrebbe iniziare il 21, ma non è così. La data convenzionale di inizio dell'autunno è infatti il 22 settembre. E quest'anno 2018 per la precisione arriverà il 23 settembre alle 3.54 del mattino (ora italiana almeno, negli Usa sarà ancora il 22). Solo in quel momento la linea d'ombra che divide la zona della Terra illuminata dal Sole da quella in cui è notte taglierà contemporaneamente Polo Nord e Polo Sud. 
La variazione della data dell'equinozio è legato al sistema di calendario gregoriano, introdotto da Gregorio XIII nel 1582 come correzione del calendario giuliano. Stabilito dal concilio di Nicea, la data fondamentale (sulla base della quale si calcola la Pasqua) è quella dell'equinozio di primavera, stabilita nel 21 marzo (ma può variare e più spesso cade il 20). In base a quella si calcolano gli altri.
Ma tale sistemazione non è perfetta: il nostro calendario divide un anno in 365 giorni, cioè circa un quarto di giro in meno di quanti la Terra ne compia su se stessa durante una rivoluzione completa attorno al Sole. La rivoluzione però dura 365 giorni, 5 ore, 48 minuti e 49 secondi.

La soluzione sono gli anni bisestili. Tutti sanno che ogni 4 anni, aggiungiamo un giorno, il 29 febbraio. Ma quel giorno non basta per riallinearsi completamente. La regola è più complessa, ed è come segue:
  • ogni 4 anni bisogna aggiungere un giorno - sono appunto gli anni bisestili;
  • ma ogni 100 anni bisogna togliere un giorno: quindi il 2100 non sarà bisestile;
  • in più ogni 400 bisogna riaggiugnere un giorno: ecco perché il 2000 è stato bisestile  
Detto in altro modo, sono bisestili:
  • gli anni non secolari il cui numero è divisibile per 4;
  • gli anni secolari il cui numero è divisibile per 400.
Il ritardo accumulato ogni anno fa sì che il momento degli equinozi (anche quello di primavera) siano in un orario e un giorno diverso rispetto al precedente. Quello d'autunno si alterna: per due anni cade il 22 settembre  e gli altri due anni il 23 settembre. 
 
From:
R.IT. - SCIENZE   

mercoledì 20 giugno 2018

SOLSTIZIO D'ESTATE - 21 GIUGNO

solstizio d'estate (21 giugno: inizio dell'estate
Il 21 giugno i raggi solari colpiscono perpendicolarmente il Tropico del Cancro (emisfero boreale - il Sole è allo Zenit sul Tropico del Cancro) e così i raggi ci arrivano perpendicolari determinando l’estate, al nord nell'emisfero boreale, e l’inverno al sud nell’emisfero australe.
È il solstizio d’estate: nell'emisfero boreale è il dì più lungo, con la notte più breve. Tutti i punti a Nord dell'Equatore restano per un tratto più lungo nella parte illuminata e quelli a Sud dell'Equatore rimangono per un tratto più lungo nella parte oscura. Di conseguenza, solo all'Equatore si hanno 12 ore di luce e 12 di buio, mentre nell'emisfero settentrionale la durata del dì è maggiore di quella della notte e nell'emisfero meridionale è minore, e la differenza di durata aumenta con l'aumentare della latitudine; i luoghi compresi fra il Circolo polare artico ed il Polo nord, cioè nella calotta artica, restano illuminati durante tutta la rotazione terrestre, mentre quelli della calotta antartica (tra il Circolo polare antartico ed il Polo sud) restano nel frattempo al buio.


A causa della diversa velocità della Terra sull'orbita (maggiore al perielio e minore all'afelio), le stagioni astronomiche non hanno tutte la stessa durata: nell'emisfero boreale abbiamo complessivamente un semestre caldo (primavera­estate) più lungo di circa 7 giorni e 6 ore del semestre freddo (autunno-inverno) ed il contrario si ha nell'emisfero australe.
Il maggior riscaldamento del nostro pianeta nella stagione estiva non dipende dalla distanza, ma dall'angolo d'incidenza con cui i raggi solari colpiscono la superficie e che ammonta in estate a circa 70° e d'inverno a circa 23°. Le massime temperature non si registrano in Giugno, quando i raggi solari colpiscono la Terra più direttamente, bensì in Luglio ed in Agosto, fatto comunque spiegabile con l'idrosfera, la massa liquida del nostro pianeta, che praticamente costituisce un gigantesco accumulatore di calore.

Equinozio di Primavera
20
Marzo
2018
 alle ore 16:08 UTC
Solstizio d'Estate
21
Giugno
2018
 alle ore 10:00 UTC
Equinozio d'Autunno
23
Settembre
2018
 alle ore 01:46 UTC
Solstizio d'Inverno
21
Dicembre
2018
 alle ore 22:18 UTC


I tempi di vari eventi, particolarmente gli astronomici, spesso sono dati "nel tempo universale" (UTC abbreviato) che si riferisce al "tempo medio di Greenwich" (GMT abbreviato). I tempi in UTC sono dati quasi sempre nel formato a 24 ore; altre volte una Z finale indica un orario UTC, (es. 0935Z).



Nota: in meteorologia le stagioni hanno una diversa ripartizione che non tiene conto nè di solstizi nè di equinozi; si parla di stagioni meteorologiche:

  • Inverno meteorologico:     dal 1 Dicembre al 28(29) Febbraio
  • Primavera meteorologica: dal 1 Marzo al 31 Maggio
  • Estate meteorologica:       dal 1 Giugno al 31 Agosto
  • Autunno meteorologico:    dal 1 Settembre al 30 Novembre

LINK:
http://www.meteomin.it/Statistiche/Desc_Stagioni.asp


 

lunedì 12 marzo 2018

EQUINOZIO DI PRIMAVERA - 20 marzo 2018

EQUINOZIO DI PRIMAVERA - 20 marzo - ore 16,15


 

L'equinozio (dal latino aequinoctium, derivato a sua volta da "aequa-nox" cioè «notte uguale» in riferimento alla durata del periodo notturno uguale a quello diurno) è quel momento della rivoluzione terrestre intorno al Sole in cui quest'ultimo si trova allo zenit dell'equatore
Esso ricorre due volte durante l'anno solare e, in tale momento, il periodo diurno (ovvero quello di esposizione alla luce del Sole) e quello notturno sono uguali, giungendo i raggi solari perpendicolarmente all'asse di rotazione della Terra.
Gli equinozi occorrono a circa sei mesi di distanza l'uno dall'altro, più precisamente a marzo e a settembre del calendario civile; analogamente ai solstizi, essi sono convenzionalmente assunti come momento di avvicendamento delle stagioni astronomiche sulla Terra. Nell'emisfero boreale l'equinozio di marzo segna la fine dell'inverno e l'inizio della primavera, mentre quello di settembre termina l'estate e introduce l'autunno. Viceversa accade nell'emisfero australe, dove l'autunno entra all'equinozio di marzo e la primavera in quello di settembre.



Il tutto da WIKIPEDIA

sabato 27 agosto 2016

giovedì 20 settembre 2012

22 settembre 2012 - equinozio d'autunno

La parola "equinozio" deriva dal latino "equi -noctis" e significa "notte uguale" al . La definizione puramente teorica di lunghezza del dì si riferisce all'intervallo di tempo compreso fra due intersezioni temporalmente consecutive del centro apparente del disco solare con l'orizzonte del luogo geografico. Usando questa definizione, la lunghezza del dì risulterebbe di 12 ore. In realtà, gli effetti di rifrazione atmosferica, il semidiametro e la parallasse solare fanno sì che negli equinozi la lunghezza del dì ecceda quella della notte[2]. Gli equinozi di marzo e settembre sono i due giorni dell'anno nei quali hanno inizio primavera e autunno. Agli equinozi, intesi come giorni di calendario, il Sole sorge quasi esattamente ad est e tramonta quasi esattamente ad ovest; ma non esattamente, in quanto (per definizione) l'equinozio è un preciso istante che quindi può, al massimo, coincidere con uno solo dei due eventi, ma non prodursi due volte nell'arco di 12 ore.
(da Wikipedia)

Links:
Equinozio (Wikipedia)
Equinozi (Okpedia)

venerdì 19 marzo 2010

Astrologia

Astrologia.
Dal Vocabolario della lingua italiana di Nicola Zingarelli:
"Arte di antica origine che presume di scoprire influssi degli astri sulla vita umana, al fine di prevedere avvenimenti futuri"
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L'astrologia trae origine dalla superstizione primitiva che attribuiva alle stelle il carattere di divinità che guidavano con il loro potere i destini dei popoli e dei singoli individui. La volta celeste era dunque la sede degli dei, cui la mitologia delle varie civiltà antiche attribuiva nomi vari: Giove era il re, Saturno suo padre, Mercurio il dio dei ladri e dei commercianti, Venere la dea dell'amore, Marte il dio della guerra. La mitologia greca racconta gli amori, le lotte, le gelosie degli dei fra di loro e verso gli uomini.
Oggi si sa che in tutto questo non c'è nulla di vero, ed è impresa assurda voler leggere nelle posizioni e nei movimenti di stelle e pianeti la sorte di ciascuno di noi, anche se qualche astrologo fonda la propria attività su queste credenze.
..........L'astrologia è pura fantasia, un retaggio di antiche credenze, quando non si sapeva niente delle stelle, della loro distanza e composizione chimica, di che cosa le differenzi dai pianeti.
Pertanto l'astrologia non ha nulla a che vedere con la scienza, neanche nel caso in cui gli oroscopi siano fatti al computer; dice un detto inglese "garbage in, garbage out": se nel computer metti spazzatura, spazzatura esce.
Chi si fa guidare dall'oroscopo perde la propria autonomia; ci sono addirittura aziende che selezionano il personale in base all'oroscopo: è un danno grave per i lavoratori e un'offesa alla ragione e al buon senso.

Margherita Hack, Vi racconto l'astronomia.
Editori Laterza