Aumenta la lista dei composti che possono causare il cancro al seno.
http://espresso.repubblica.it/dettaglio/attente-alla-plastica/2125360/12
giovedì 22 aprile 2010
mercoledì 21 aprile 2010
Giuseppe Ungaretti - Soldati
Soldati
Bosco di Courton luglio 1918
Si sta come
d'autunno
sugli alberi
le foglie
-
Bosco di Courton luglio 1918
Si sta come
d'autunno
sugli alberi
le foglie
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Mario Arnoldo Azzi
Era commissario politico dei GAP ferraresi e membro del CLN cittadino. Fu lui, che passandogli la bicicletta, consentì a Giuseppe D'Alema di mettersi in salvo, mentre i fascisti stavano per arrestarlo nei pressi di Piazza Castello, a Ferrara. Azzi fu eliminato, qualche giorno dopo la cattura, con Mario Agni, Gigi Medini, Giuseppe Franceschini, Michele Pistani, Alberto Savonuzzi e Antenore Soffritti, in quello che viene ricordato come l'eccidio del Caffè del Doro. I corpi dei martiri furono ritrovati nei mesi successivi alla Liberazione. Infatti, sul finire dell'agosto 1945 - a poco più di quattro mesi dalla liberazione di Ferrara - nell'immediata periferia della città, nei pressi del Caffè del Doro, vennero disseppelliti i corpi di sette uomini.
Erano scomparsi l'anno precedente, dopo essere stati prelevati nottetempo dal carcere cittadino, dove erano stati rinchiusi per attività antifascista, in seguito agli arresti avvenuti tra il 7 ed il 26 ottobre 1944. Incarcerati per ordine di Carlo De Sanctis - a capo dell'Ufficio politico della Questura di Ferrara dal luglio 1944 - i sette avevano subito pesanti interrogatori, per alcuni accompagnati da vere e proprie torture, ed erano stati infine trucidati dalle SS con un colpo di pistola alla nuca. I corpi furono frettolosamente sepolti nel cratere aperto da una bomba e, fino al momento del ritrovamento delle salme, sulla sorte degli scomparsi nulla si seppe di certo. Ai familiari, che si erano peraltro visti consegnare gli effetti personali dei loro congiunti, De Sanctis aveva dichiarato che erano stati prelevati dalle SS e deportati in Germania.
Tra coloro che erano rimasti in carcere e negli stessi ambienti della Resistenza - che aveva tentato, senza riuscirci, di liberare i sette detenuti, i cui incarichi erano particolarmente nevralgici per l'organizzazione - circolarono voci di sommarie esecuzioni, confermate dal ritrovamento dell'agosto 1945. Il processo ai presunti responsabili dell'eccidio, che si tenne nell'immediato dopoguerra, dimostrò senza alcun dubbio che i sette partigiani erano stati trasportati dalle carceri al Caffè del Doro da un drappello di SS comandato dal maresciallo Pustowka, con un furgone messo a disposizione dalla Questura, diretta da Carlo De Sanctis.
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Resistenza - Donne e uomini della Resistenza
venerdì 16 aprile 2010
Aladino Govoni
Aladino Govoni
Nato a Tamara di Copparo (Ferrara) il 17 novembre 1908, ucciso alle Fosse Ardeatine il 24 marzo 1944, laureato in scienze economiche e commerciali, Medaglia d'oro al valor militare alla memoria.
Govoni aveva prestato servizio nei Balcani come capitano di complemento del 1° Reggimento Granatieri di Sardegna. L'8 settembre 1943 si trovava nella Capitale, dove, alla testa della sua compagnia, si batté contro i tedeschi alla Cecchignola e a Porta San Paolo. Sfuggito alla cattura, entrò nel movimento clandestino, guidando numerose azioni di guerra contro i nazifascisti. Arrestato dalla polizia tedesca nel febbraio del 1944, l'ufficiale fu sottoposto a tortura finché, il 24 di marzo, fu eliminato nella strage delle Fosse Ardeatine. La motivazione della Medaglia d'oro alla memoria di Aladino Govoni recita:
" Dopo essersi battuto con slancio e cosciente valore alla Cecchignola ed alla Porta San Paolo alla testa di una compagnia di granatieri nelle giornate del settembre 1943, partecipava con pronta ed ardimentosa decisione al movimento di liberazione. Si distingueva brillantemente come organizzatore ed animatore, dando, in circostanze particolarmente difficili e nella effettuazione di numerosi colpi di mano, prova sicura di fermezza di animo e di indomito coraggio. Insistentemente e continuamente braccato dalla polizia nazifascista che lo sapeva uno dei più animosi capi della resistenza, rifiutava di allontanarsi dal suo posto di lotta, sia pure temporaneamente. Dopo essere sfuggito due volte alla cattura, tratto finalmente in arresto dalla polizia tedesca e lungamente interrogato e torturato, manteneva fermo ed esemplare contegno nulla rivelando. Sacrificato alla rappresaglia nemica, cadeva per il trionfo degli ideali di libertà e di Patria".
Nel novembre del 1944, il poeta Corrado Govoni, che pure era stato fascista ed esaltatore di Benito Mussolini, pubblicò un poema intitolato "La fossa carnaia ardeatina". Il poema recava la seguente dedica:
"Al mio amato figlio Aladino, Capitano dei Granatieri di Sardegna e Partigiano d'Italia, barbaramente trucidato a Roma il 24.3.1944 dai nazifascisti, per ordine delle iene tedesche Maeltzer e Kesselring, complice necessario il mostruoso carnefice del popolo italiano Mussolini, con commosso orgoglio di poeta, con implacabile strazio di padre".
Questa lapide si trova a Ferrara in Via Ravenna n. 19.
Nato a Tamara di Copparo (Ferrara) il 17 novembre 1908, ucciso alle Fosse Ardeatine il 24 marzo 1944, laureato in scienze economiche e commerciali, Medaglia d'oro al valor militare alla memoria.
Govoni aveva prestato servizio nei Balcani come capitano di complemento del 1° Reggimento Granatieri di Sardegna. L'8 settembre 1943 si trovava nella Capitale, dove, alla testa della sua compagnia, si batté contro i tedeschi alla Cecchignola e a Porta San Paolo. Sfuggito alla cattura, entrò nel movimento clandestino, guidando numerose azioni di guerra contro i nazifascisti. Arrestato dalla polizia tedesca nel febbraio del 1944, l'ufficiale fu sottoposto a tortura finché, il 24 di marzo, fu eliminato nella strage delle Fosse Ardeatine. La motivazione della Medaglia d'oro alla memoria di Aladino Govoni recita:
" Dopo essersi battuto con slancio e cosciente valore alla Cecchignola ed alla Porta San Paolo alla testa di una compagnia di granatieri nelle giornate del settembre 1943, partecipava con pronta ed ardimentosa decisione al movimento di liberazione. Si distingueva brillantemente come organizzatore ed animatore, dando, in circostanze particolarmente difficili e nella effettuazione di numerosi colpi di mano, prova sicura di fermezza di animo e di indomito coraggio. Insistentemente e continuamente braccato dalla polizia nazifascista che lo sapeva uno dei più animosi capi della resistenza, rifiutava di allontanarsi dal suo posto di lotta, sia pure temporaneamente. Dopo essere sfuggito due volte alla cattura, tratto finalmente in arresto dalla polizia tedesca e lungamente interrogato e torturato, manteneva fermo ed esemplare contegno nulla rivelando. Sacrificato alla rappresaglia nemica, cadeva per il trionfo degli ideali di libertà e di Patria".
Nel novembre del 1944, il poeta Corrado Govoni, che pure era stato fascista ed esaltatore di Benito Mussolini, pubblicò un poema intitolato "La fossa carnaia ardeatina". Il poema recava la seguente dedica:
"Al mio amato figlio Aladino, Capitano dei Granatieri di Sardegna e Partigiano d'Italia, barbaramente trucidato a Roma il 24.3.1944 dai nazifascisti, per ordine delle iene tedesche Maeltzer e Kesselring, complice necessario il mostruoso carnefice del popolo italiano Mussolini, con commosso orgoglio di poeta, con implacabile strazio di padre".
Questa lapide si trova a Ferrara in Via Ravenna n. 19.
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Resistenza - Donne e uomini della Resistenza
domenica 4 aprile 2010
Uova
COQUE: 2-4 min. Per evitare rotture forare base con spillo.
SODE: 8 min, poi nell'acqua fredda.
CAMICIA: 50cl di aceto per litro di acqua, cuocere un uovo alla volta,
farlo scivolare con piattino. Una volta scolato tenerlo in caldo in acqua
tiepida.
BARZOTTE: metterle delicatamente in acqua e sobbollire per 5 minuti, poi in
acqua fredda per 10.
OMELETTE: sbattere uova latte sale pepe. Scaldare 2 cucchiai olio e unire.
Appena parte sul fondo si rapprende, unire ripieno. Coprire e lasciare sul
fuoco per 2 minuti ancora. Piegare a portafoglio.
FRITTATA: sbattere uova e formaggio (pepe sale). Versare in padella
rivestita di carta forno. Voltare.
TEGAMINO: romperle in una ciotola, e scivolarle in padella con burro fuso.
Coprire per 30-60 secondi.
STRAPAZZATE: mescolare continuamente con cucchiaio di legno, portare verso
centro le parti cotte ai bordi.
ZABAIONE: montare a neve tuorli e zucchero. Aggiungere marsala continuando
a mescolare. Cuocere a bagnomaria lavorando sempre con frusta. Quando si
addensa gonfiandosi, versarlo in coppette e servirlo.
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Posted By Marco to ECO... LOGICO at 4/04/2010 12:09:00 AM
Biscotti di avena
Biscotti di avena
Ingredienti 1 tazza di fiocchi d'avena piccoli
2 o 3 cucchiai di malto (d'orzo o altro a scelta, ingrediente facoltativo)
frutta secca tipo anacardi (o mandorle o nocciole ecc.)
frutta disidratata tipo albicocche (o uvetta, datteri ecc.)
latte di riso q.b.Preparazione Far rinvenire una manciata di albicocche disidratate in un bicchiere con un pò d'acqua tiepida.
Versare in una tazza l'avena e aggiungere il latte, quanto basta per ammorbidire i fiocchi.
Tritare grossolanamente una manciata di frutta secca.
Tagliare a pezzetti l'albicocca strizzata leggermente.
Mescolare il tutto con un cucchiaio e aggiungere il malto.
Disporre il composto su carta da forno formando dei biscotti e infornare a 170°C per 15/20 minuti.
venerdì 2 aprile 2010
Tina Anselmi
Nata a Castelfranco Veneto il 25 marzo 1927, insegnante.
La notorietà di Tina Anselmi non deriva tanto dal contributo da lei personalmente dato alla Resistenza, quanto dall'attività politica da lei svolta nel dopoguerra.
Eppure proprio la guerra partigiana ha determinato le sue scelte. Tina Anselmi, infatti, decise da che parte schierarsi quando, giovanissima, vide un gruppo di giovani partigiani portati al martirio dai fascisti. Divenne così staffetta della brigata autonoma "G.Battisti" e del Comando regionale del Corpo volontari della libertà.
Nel 1944 si iscrisse alla DC e - non si era ancora laureata in lettere - partecipò attivamente alla vita del suo partito, non dimenticando mai le ragioni profonde della sua scelta antifascista.
Nel dopoguerra Tina Anselmi è stata via via dirigente sindacale, incaricata dei giovani nella DC, vice presidente dell'Unione europea femminile. Parlamentare dalla V alla X legislatura eletta nella Circoscrizione Venezia-Treviso, ha fatto parte delle Commissioni Lavoro e previdenza sociale, Igiene e sanità, Affari sociali, occupandosi molto dei problemi della famiglia e della donna.
Ha inoltre presieduto per due volte la Commissione parlamentare d'inchiesta sulla Loggia P2.
Tina Anselmi è stata tre volte sottosegretaria al Ministero del Lavoro e della Previdenza sociale, e ha retto una volta il ministero del Lavoro e due volte quello della Sanità.
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Trilussa - Felicità
Felicità
C'è un' Ape che se posa
su un bottone de rosa:
lo succhia e se ne va....
Tutto sommato, la felicità
è una piccola cosa.
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C'è un' Ape che se posa
su un bottone de rosa:
lo succhia e se ne va....
Tutto sommato, la felicità
è una piccola cosa.
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