lunedì 24 giugno 2024

I DIECI COMANDAMENTI

 

I dieci comandamenti: significato e origine

I dieci comandamenti sono Leggi scritte su due tavole di pietra che furono donate a Mosè da Yahmeh sul monte Sinai. Secondo la tradizione, le tavole sono state scritte da Dio anche se esiste un’altra tradizione biblica che attribuisce la scrittura allo stesso Mosè.

Si tratta di un punto fondamentale dell’Antico Testamento sia per l’Ebraismo, che ogni anno festeggia l’evento in cui sono state consegnate le “10 parole” in occasione della Pentecoste (festa di Shavuot), sia per il Cristianesimo.

Ma quali sono i dieci comandamenti? Qual è il loro significato? E come sono arrivati fino ai giorni nostri?

Qual è il significato dei dieci comandamenti?

I dieci comandamenti vengono insegnati ai giovani fedeli all’inizio del percorso di catechesi. In questo modo ogni fedele cresce sapendo quali sono le Leggi sacre stabilite da Dio e impara a farle sue e a rispettarle. Facciamo un breve ripasso:

  1. Non avrai altro Dio fuori di me.
  2. Non nominare il nome di Dio invano.
  3. Ricordati di santificare le feste.
  4. Onora il padre e la madre.
  5. Non uccidere.
  6. Non commettere adulterio.
  7. Non rubare.
  8. Non dire falsa testimonianza.
  9. Non desiderare la donna d’altri.
  10. Non desiderare la roba d’altri.

Il primo comandamento recita: “Non avrai altro Dio all’infuori di me”. Dio è unico e non ne esistono altri. Questo è un forte richiamo alle religioni politeiste che credevano all’esistenza di altre divinità ma oggi possiamo paragonare questa adorazione nei confronti del successo e del denaro che per molti vale più di ogni altro credo.

Il secondo comandamento dice: “Non nominare il nome di Dio invano”. Ad eccezione di validi motivi per i quali un fedele ha bisogno di rivolgersi a Lui, il nome di Dio non può essere pronunciato.

Il terzo comandamento recita: “Ricordati di santificare le feste”. Non possiamo sempre e solo lavorare, è lo stesso Dio a ricordarcelo. Il sabato, la domenica, le festività vanno tutte santificate. Per festa Dio intende la preghiera, la meditazione e l’ascolto della sua parola.

Il quarto comandamento ci dice: “Onora il padre e la madre”. I figli devono sempre rispettare i propri genitori che si sono occupati di lui fin dalla sua nascita, gli hanno donato la vita. Soprattutto una volta giunta la vecchiaia o nel momento del bisogno, il figlio ha il dovere di prendersi cura di loro.

Il quinto comandamento recita: “Non uccidere”. Questa Legge vuole significare che solo Dio ha il diritto di mettere alla luce una nuova vita o di farla morire. Oggi non dovrebbe essere più necessario ricordare questo comandamento, ma ai tempi esistevano sacerdoti, generali, profeti e re con il potere di ordinare la morte di qualcuno solo perché avevano trasgredito la loro legge.

Il sesto comandamento ci ricorda di: “Non commettere atti impuri”. Si riferisce in particolare all’adulterio e quindi agli atteggiamenti che portano alcune persone ad avere rapporti sessuali al di fuori della propria moglie o del proprio marito. Per Dio l’adulterio è il più grave dei comportamenti poiché si tradisce l’amore, la fedeltà, il rispetto e si va a contaminare la purezza dell’intimità del loro rapporto.

Il settimo comandamento dice: “Non rubare”. Un tempo rubare era un modo per procurarsi cibo o altre tipologie di beni, ed è così ancora oggi. Per la legge divina, l’uomo deve avere un lavoro onesto perché rubare è sempre un’azione sbagliata che danneggia i nostri fratelli. Se ci si trova in difficoltà è essenziale chiedere aiuto.

L’ottavo comandamento recita: “Non dire falsa testimonianza”. Per Dio dire le bugie è un fatto molto grave. È importante imparare a vivere con il coraggio di testimoniare la verità e costruire rapporti basati sulla lealtà senza inganni.

Il nono comandamento dice: “Non desiderare la donna/l’uomo d’altri”. Questo comandamento è molto simile al sesto, ma vuole sottolineare l’importanza del matrimonio, l’impegno preso dai due coniugi a costruire una famiglia lasciando al di fuori possibile distrazioni.

Infine, il decimo comandamento ci ricorda di: “Non desiderare la roba d’altri”. Provare invidia per le cose possedute da altri e che si vorrebbe possedere finché non si ottengo, rischia di diventare lo scopo della propria vita. Il denaro, l’intelligenza, i beni materiali, le doti, sono diversi per ogni uomo e sono stati assegnati per essere amministrati nel modo giusto, mettendoli al servizio di tutti per il bene del prossimo e non per scatenare sentimenti di invidia ed egoismo.

Cos’è cambiato dalle Leggi originali?

Anche se Gesù ha imposto ai fedeli di rispettare le Sacre Leggi e che coloro che non le rispettano saranno gli ultimi nel Regno dei Cieli, quelli che vengono insegnati durante il catechismo non sono i comandamenti presenti nella Bibbia.

I dieci comandamenti che tutti conosciamo fin da piccoli, sono tratti dal Catechismo della Chiesa Cattolica che risale alle prime edizioni del XVI secolo. In realtà Gesù osserva quelli risalenti al 1200 a.C. inseriti nella Bibbia che Mosè ha ricevuto in dono sul monte Sinai. Quali sono quelli presenti nella Sacra Bibbia (Esodo 20:2-17)?

  1. Io sono il Signore, il tuo Dio, che ti ho fatto uscire dal paese d’Egitto, dalla casa di schiavitù. Non avere altri dèi oltre a me.
  2. Non farti scultura, né immagine alcuna delle cose che sono lassù nel cielo o quaggiù sulla terra o nelle acque sotto la terra. Non ti prostrare davanti a loro e non li servire, perché io, il Signore, il tuo Dio, sono un Dio geloso; punisco l’iniquità dei padri sui figli fino alla terza e alla quarta generazione di quelli che mi odiano, e uso bontà fino alla millesima generazione, verso quelli che mi amano e osservano i miei comandamenti.
  3. Non pronunciare il nome del Signore, Dio tuo, invano; perché il Signore non riterrà innocente chi pronuncia il suo nome invano.
  4. Ricordati del giorno del riposo per santificarlo. Lavora sei giorni e fa’ tutto il tuo lavoro, ma il settimo – il sabato – è giorno di riposo consacrato al Signore Dio tuo.
  5. Onora tuo padre e tua madre, affinché i tuoi giorni siano prolungati sulla terra che il Signore, il tuo Dio, ti dà.
  6. Non uccidere.
  7. Non commettere adulterio/atti impuri.
  8. Non rubare.
  9. Non attestare il falso contro il tuo prossimo.
  10. Non desiderare la casa del tuo prossimo; non desiderare la moglie del tuo prossimo, né il suo servo, né la sua serva, né il suo bue, né il suo asino, né cosa alcuna del tuo prossimo”.

Come potrai notare, esistono delle differenze rispetto ai comandamenti che conosciamo. Il motivo di queste differenze è legato alla “debraicizzazione” dei comandamenti. Al di là delle differenze sostanziali o delle modifiche nel linguaggio, queste Leggi ci aiutano a ricordare come si deve comportare un buon cristiano e ci permette di insegnare anche ai più piccoli quali sono i valori importanti della vita: avere fede, rispettare il prossimo ed essere sinceri.

 Notizie tratte da: 

https://blog.myriamartesacrastore.it/dieci-comandamenti-significato-origine.html

sabato 22 giugno 2024

LORETA PIETRO

 LORETA PIETRO

Da: https://storiaememoriadibologna.it/archivio/persone/loreta-pietro

 

Nato a Ravenna da famiglia nobile trasferitasi poi a Bologna, fin da ragazzo coltivò ideali patriottici; partecipò alla battaglia dell'8 agosto 1848 alla testa del Battaglione della Speranza, una formazione istituita per addestrare gli adolescenti alla vita militare e l'anno successivo, durante la Repubblica Romana, fu capitano della Guardia Civica. Nel 1850 si iscrisse alla facoltà di Medicina e chirurgia e durante l'epidemia di colera del 1855 si offrì come volontario per prestare servizio nel lazzaretto, rimanendovi per tutto il periodo del contagio. Laureatosi in chirurgia nel 1856 e in medicina nel 1858, iniziò a lavorare come medico condotto nelle Marche finché, nel 1861, l'anatomista Luigi Calori non lo richiamò a Bologna, per collaborare con lui come dissettore anatomico. In quegli anni ricoprì anche il ruolo di maggiore chirurgo della Cavalleria della Guardia Nazionale.

Nel 1866 partecipò alla terza Guerra di Indipendenza come ufficiale medico dei volontari garibaldini e si distinse particolarmente nella battaglia di Ampola, venendo promosso capitano e ricevendo una medaglia al valore. L'anno dopo fu nominato chirurgo a Fermo, ma già alla fine del 1868 veniva chiamato dall'Università di Bologna per insegnare clinica chirurgica e dirigere il relativo istituto, iniziando così la sua carriera accademica; nel 1871 fu nominato ordinario di Clinica chirurgica, succedendo a Francesco Rizzoli; dal 1878 al 1881 insegnò inoltre patologia speciale chirurgica e dal 1885 fu presidente della Società Medico-chirurgica di Bologna. Chirurgo abile, al tempo stesso ardito e prudente, Loreta eseguì interventi in tutti i settori della chirurgia, soprattutto all'addome: da segnalare quello su un aneurisma dell'aorta addominale (1884) e la prima resezione di un lobo del fegato (1887); ideò e costruì inoltre nuovi strumenti chirurgici per adattarli alle proprie tecniche, pubblicando poi i risultati dei suoi lavori in numerosi articoli di carattere innovativo, ricevendone premi e riconoscimenti. Venne nominato commendatore dell'Ordine della Corona d'Italia, e nel 1887 fu eletto deputato (sul suo nome convennero i due schieramenti, moderato e progressista), anche se partecipò poco ai lavori del Parlamento. In occasione dell'Esposizione Emiliana (1888) fu membro del Comitato esecutivo e Presidente della Commissione per organizzare il Tempio del Risorgimento. Negli ultimi anni il suo carattere introverso e cupo si accentuò, fino a degenerare in vera e propria mania di persecuzione: giunse a isolarsi da tutti, entrando in contrasto coi suoi assistenti, e infine si tolse la vita. Nel 1892 gli fu dedicato un ricordo in marmo nell'anfiteatro della Clinica Chirurgica dell'Ospedale Sant'Orsola, e nel 1931 fu posta una lapide sulla casa dove abitò e morì, in via Santo Stefano. Anche una strada cittadina, nei pressi dello stesso Ospedale, è intitolata a Loreta. Presso il Museo del Risorgimento è infine conservata – oltre ad alcuni suoi documenti - l'uniforme garibaldina che utilizzò nel 1866.

Otello Sangiorgi

 

 Foto scattata il 21 giugno 2024 nell'atrio del Padiglione 27 dell'Ospedale S.Orsola di Bologna.


 

martedì 18 giugno 2024

INTELLIGENZA ARTIFICIALE

 INTELLIGENZA ARTIFICIALE

Da

https://www.agendadigitale.eu/tag/intelligenza-artificiale/ 

 

Intelligenza Artificiale

Intelligenza Artificiale

Cosa si intende con Intelligenza Artificiale e quali sono le norme che la regolamentano

Tutto sull'intelligenza artificiale

L’intelligenza artificiale (AI, Artificial intelligence) è una tecnologia informatica che rivoluziona il modo con cui l'uomo interagisce con la macchina, e le macchine tra di loro.

Possiamo definire l'AI come il processo attraverso cui le macchine e i sistemi informatici  simulano i processi di intelligenza umana. Le applicazioni specifiche dell'IA includono sistemi come l'elaborazione del linguaggio naturale, il riconoscimento vocale e la visione artificiale.

L'intelligenza artificiale fornisce ad un robot qualità di calcolo che gli permettono di compiere operazioni e "ragionamenti" complessi, fino a poco tempo fa caratteristiche esclusive del ragionamento umano, in poco tempo.

Grazie all'intelligenza artificiale è possibile (almeno questo l'obiettivo ultimo) rendere le macchine in grado di compiere azioni e "ragionamenti" complessi, imparare dagli errori, e svolgere funzioni fino ad oggi esclusive dell'intelligenza umana. Oggi in Italia e nel mondo l'intelligenza artificiale viene utilizzata in azienda e non solo, per svolgere compiti che all'uomo richiederebbero molto tempo.

Cosa si intende con Intelligenza Artificiale?
Intelligenza artificiale è una sezione di linguistica informatica e informatica che si occupa della formalizzazione di problemi e compiti simili a quelli eseguiti da una persona.

Al giorno d'oggi si tratta di una sotto disciplina dell'informatica che si occupa di studiare la teoria, le tecniche e le metodologie che permettono di progettare sia i sistemi hardware che quelli software in grado di elaborare delle prestazioni elettriche che simulano una pertinenza dell'intelligenza umana. Il risultato del lavoro dell'intelligenza artificiale non dev'essere difficilmente distinguibile da quello svolto da un umano con delle specifiche competenze.

Come funziona l'IA?
Spesso quando si parla o si scrive di intelligenza artificiale ci si riferisce a una delle componenti come l 'apprendimento automatico. Per avere a che fare con l’AI è necessario che siano presenti sia componenti hardware sia software specializzati per la scrittura e l'addestramento degli algoritmi di apprendimento automatico.

I linguaggi di programmazione, invece, non sono sinonimo di intelligenza artificiale ma intervengono a costruire sistemi informatici e sono molto diffusi come Python, R e Java.

Questo aspetto della programmazione dell'intelligenza artificiale si concentra sull'acquisizione di dati e sulla creazione di regole per trasformare i dati in informazioni utilizzabili. Le regole, chiamate algoritmi, forniscono ai dispositivi informatici istruzioni passo dopo passo su come completare un compito specifico.

La programmazione dell'intelligenza artificiale necessita di tre abilità cognitive:

apprendimento,
ragionamento,
autocorrezione.

In generale, i sistemi di IA funzionano grazie al fatto che riescono a processare enormi quantità di dati. In questo modo creano correlazioni e modelli usati per fare previsioni . Questo processo consente a un chatbot di produrre scambi di informazioni realistici o a uno strumento a imparare a riconoscere le immagini.

Leggi tutti i nostri approfondimenti, esempi e casi studio sull'intelligenza artificiale, le sue implicazioni di carattere normativo e legislativo, di impiego e lavoro, nella vita di tutti i giorni, e sul suo impatto in Italia e in Europa, oltre che nel mondo.

 

2 GIUGNO - FESTA DELLA REPUBBLICA

 2 GIUGNO - FESTA DELLA REPUBBLICA

Alcuni link per avere notizie sulla festa del 2 giugno:

https://www.senato.it/CESUS/2giugno/ 

https://it.wikipedia.org/wiki/Festa_della_Repubblica_Italiana

https://www.repubblica.it/cultura/2024/06/02/news/2_giugno_festa_della_repubblica_storia_perche_si_festeggia-423131869/