Saluteremo il signor padrone
per il male che ci ha fatto
che ci ha sempre maltrattato
fino all'ultimo momen'
Saluteremo il signor padrone
per la sua risera neta
pochi soldi in la casseta
ed i debiti a pagar
Macchinista macchinista faccia sporca
metti l'olio nei stantuffi
di risaia siamo stufi
Macchinista macchinista faccia sporca
metti l'olio nei stantuffi
di risaia siamo stufi
a casa nostra vogliamo andar
Con un piede con un piede sulla staffa
e quell'altro sul vagone
ti saluto cappellone
ti saluto cappellone
Con un piede con un piede sulla staffa
e quell'altro sul vagone
ti saluto cappellone
a casa nostra vogliamo andar
Il lavoro delle mondine era massacrante: lontane da casa, sottoposte a turni disumani in condizioni ambientali spesso proibitive, ricevevano una paga irrisoria ed erano alla mercé del proprietario della risaia, padrone assoluto delle loro esistenze. La fine del periodo di lavoro era per loro un vero e proprio ritorno alla vita.
Il "cappellone" cui si allude nei versi finali di questa canzone è probabilmente il largo cappello di paglia che le mondine usavano per proteggersi dal sole e che può finalmente essere abbandonato al momento di tornare a casa.
Testo della canzone e commento tratti da:
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