11 agosto 1944 e 20 agosto 1944
Eccidio della Certosa - via Borso D’Este 50
Alla Certosa, per rappresaglia dell’uccisione del maresciallo di
Pubblica Sicurezza, Mario Villani, vengono fucilate in due diverse
occasioni nove persone. L’11 agosto sono assassinati sette antifascisti,
fra resistenti e gappisti. Il 20 agosto vengono fucilati altri due
resistenti. Questo eccidio rappresentò un durissimo colpo per
l’organizzazione partigiana. Alle ore 4,45 dell’11 agosto, dopo efferate
torture, furono fucilati da un plotone di esecuzione formato
esclusivamente da fascisti: Destino Sivieri Tersillo, nato a Coccanile
di Copparo nel 1913 e abitante a Cocomaro di Focomorto, Borgo
Marighella; Guido Droghetti, nato a Quacchio nel 1914 e abitante a
Pontegradella; Amleto Piccoli, nato a Pilastri di Bondeno nel 1912 e
abitante a Ferrara, in via Argine Ducale; Gateano Bini, detto “Mario”,
nato a Rero di Formignana nel 1894 e abitante a Ferrara in Borgo San
Luca; Guido Fillini, nato a Occhiobello (Rovigo) nel 1898 e abitante a
Francolino; Romeo Bighi, nato a Lagosanto nel 1923 e domiciliato a
Venezia Lido. Un altro prigioniero, ugualmente destinato alla
fucilazione, Jovanti Balestra, riuscì a fuggire e a sopravvivere. La
sera del 20 agosto furono uccisi, sempre alla Certosa, Donato Cazzato,
originario di Acquariga del Capo (Lecce) dove era nato nel 1922 e
residente a Ferrara in via G. Fabbri, e Mario Zanella, nato a Padova nel
1918 e residente a Ferrara. Un altro componente del gruppo, individuato
nel corso delle indagini avviate in seguito all’uccisione del
Maresciallo di PS Mario Villani da parte di un gappista, fu trattenuto
nei locali della Questura di Ferrara e, sottoposto a feroci
interrogatori e torture, si autoaccusò, con molta probabilità senza
portarne la responsabilità diretta e materiale, dell’uccisione del
Villani. Morì nei locali della Questura, secondo la versione ufficiale
per essersi suicidato, con un colpo di pistola, mentre era ammanettato.
Si trattava di Mario Bisi, nome di battaglia “Augusto”, nato a Ferrara
nel 1911 e abitante fuori Porta Mare. La gran parte dei componenti del
gruppo era stato arrestato precedentemente, per azioni e propaganda
antifascista svolte nella fabbrica in cui lavoravano come operai, la
“Gomma Sintetica”, nucleo originario della Montecatini, poi Montedison,
sorta nella zona industriale di Ferrara. Non erano quindi coinvolti
nell’uccisione del Maresciallo Villani, la loro esecuzione fu effettuata
per rappresaglia.
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