Ferrara - San Giuliano
Affacciata su piazza Castello, venne edificata nel 1405 dal camerlengo
Galeotto degli Avogadri. La chiesetta che oggi vediamo, sostituisce
quella demolita nel 1385 che sorgeva presso l’attuale rivellino sud del
castello stesso. La facciata è ornata da pregevoli motivi e da un
portale gotico in cotto dove è posto un altorilievo degli inizi del XV
secolo raffigurante san Giuliano che uccide per errore i genitori. Gli
interni furono completamente rimaneggiati nel XVIII secolo secondo i
gusti dell’epoca.
(da Ferrara nascosta: http://www.ferraranascosta.it/chiesa-di-san-giuliano/)
Nei pressi dell'attuale chiesa di San Giuliano, dove vi è ora la fossa del castello, esisteva già nel XIII secolo una chiesa parrocchiale dedicata a san Giuliano. Venne demolita nel 1385 per dare spazio alla costruzione del Castello Estense e poco distante, nel 1405, venne costruita una nuova chiesa per merito dello zelante cittadino Galeotto degli Avogari su terreno donato dal Marchese Niccolò II, il costruttore è ignoto. Nella fiancata vi è una epigrafe in versi latini che ricorda la fondazione della piccola chiesa.
Fin dal tempo degli Estensi, in questa costruzione ebbero sede le arti degli albergatori, degli orefici, dei pescatori, dei pescivendoli e dei beccari sino all'anno 1616 sotto il giuspatronato degli Avogari, una delle più illustri famiglie della città.
Nel 1796 cessò di essere officiata e restò chiusa per vari anni. Per evitarne la profanazione e forse la demolizione, il sacerdote conte Don Pietro Dalla Fabbra l'acquistò conservando così alla città uno dei suoi più bei monumenti. Quindi il Dalla Fabbra la cedette a suo cugino Don Santina della nobile famiglia Fiori; questi a sua volta la lasciava in eredità al cardinale Luigi Giordani, arcivescovo di Ferrara dal 1877 al 1893, rimanendo poi sempre di diritto privato.
Sulla facciata si trova un altorilievo degli inizi del XV secolo raffigurante san Giuliano che uccide per errore i genitori. Gli interni furono completamente rimaneggiati nel XVIII secolo secondo i gusti dell'epoca. Fu restaurata nel XIX secolo e ancora alla metà del XX secolo. Dopo diverse vicende è ritornata di proprietà dell'arcidiocesi.
La piccola chiesa ospita opere di Bambini, Cromer, Menegatti, Grazzini; il soffitto è di Baseggio e Ettori.
Nei pressi dell'attuale chiesa di San Giuliano, dove vi è ora la fossa del castello, esisteva già nel XIII secolo una chiesa parrocchiale dedicata a san Giuliano. Venne demolita nel 1385 per dare spazio alla costruzione del Castello Estense e poco distante, nel 1405, venne costruita una nuova chiesa per merito dello zelante cittadino Galeotto degli Avogari su terreno donato dal Marchese Niccolò II, il costruttore è ignoto. Nella fiancata vi è una epigrafe in versi latini che ricorda la fondazione della piccola chiesa.
Fin dal tempo degli Estensi, in questa costruzione ebbero sede le arti degli albergatori, degli orefici, dei pescatori, dei pescivendoli e dei beccari sino all'anno 1616 sotto il giuspatronato degli Avogari, una delle più illustri famiglie della città.
Nel 1796 cessò di essere officiata e restò chiusa per vari anni. Per evitarne la profanazione e forse la demolizione, il sacerdote conte Don Pietro Dalla Fabbra l'acquistò conservando così alla città uno dei suoi più bei monumenti. Quindi il Dalla Fabbra la cedette a suo cugino Don Santina della nobile famiglia Fiori; questi a sua volta la lasciava in eredità al cardinale Luigi Giordani, arcivescovo di Ferrara dal 1877 al 1893, rimanendo poi sempre di diritto privato.
Sulla facciata si trova un altorilievo degli inizi del XV secolo raffigurante san Giuliano che uccide per errore i genitori. Gli interni furono completamente rimaneggiati nel XVIII secolo secondo i gusti dell'epoca. Fu restaurata nel XIX secolo e ancora alla metà del XX secolo. Dopo diverse vicende è ritornata di proprietà dell'arcidiocesi.
La piccola chiesa ospita opere di Bambini, Cromer, Menegatti, Grazzini; il soffitto è di Baseggio e Ettori.
(Da Wikipedia)
"Nella fiancata vi è una epigrafe in versi latini che ricorda la fondazione della piccola chiesa."
Avogari e l'epigrafe sono ricordati anche nel sito Chieracostui.com:
http://www.chieracostui.com/costui/docs/search/schedaoltre.asp?ID=21038
"Discendente da una famiglia originaria del trevigiano (Avogadri), fu camerlengo del marchese Niccolò III d'Este all'inizio del XV sec.
Nel 1405 promosse la ricostruzione della chiesa di S.Giuliano a poca distanza da una precedente già intitolata al santo e distrutta alla metà del secolo XIV.
È difficile riprodurre fedelmente le abbreviazioni in epigrafi di quest'epoca, e ardua è stata per me l'esatta interpretazioni di ogni singola espressione del testo; tuttavia, su richiesta del segnalatore, azzardo una libera traduzione:
"Il caso non ha voluto che la chiesa sacra al tuo nome, San Giuliano, restasse in piedi nel luogo dove c'è ora il fossato del Castello e la distrusse dalle fondamenta; ma altrove la ricostruì, allo scadere di millequattrocentocinque anni da quando la Vergine partorì il figlio di Dio Padre, un uomo sempre interessato all'onore divino e alla illustre grandezza nella nostra città, Galeotto de Avogari, che del suo ha dotato il tempio e lo ha fatto proprio erede".
Testo:
Que nil stare loco vaga fors permittit eodê
Scte tuo Juliane domum sub noîe sacram
Funditus evertit, castri ê ubi fossa propinqui
Illa nec est lustris alibi reparata quaternis
Mille quadringentis quinis fugientibu ânis
Ut genitû pepit genitrix sibi virgo parentem
En vir divini studiosus semper honoris
Civis et eximie nostra amplitudinis urbe
Quôdâ Avogarij de Avogarijs Galaotus
Pulcus hâc renovat pprio que dotat & here'
Scte tuo Juliane domum sub noîe sacram
Funditus evertit, castri ê ubi fossa propinqui
Illa nec est lustris alibi reparata quaternis
Mille quadringentis quinis fugientibu ânis
Ut genitû pepit genitrix sibi virgo parentem
En vir divini studiosus semper honoris
Civis et eximie nostra amplitudinis urbe
Quôdâ Avogarij de Avogarijs Galaotus
Pulcus hâc renovat pprio que dotat & here'
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