venerdì 28 febbraio 2025

GIUFFRE' GIOVANNI BATTISTA

 GIUFFRE' GIOVANNI BATTISTA

 

Foto e testo tratto da:

https://it.wikipedia.org/wiki/Caso_Giuffr%C3%A8

 

All'inizio degli anni Cinquanta del XX secolo Giovanni Battista Giuffrè, ex impiegato in una banca di Imola, aveva iniziato a occuparsi, per conto di enti ecclesiastici, della ricostruzione di chiese o conventi danneggiati dalla seconda guerra mondiale. L'ex cassiere cominciò ad amministrare denaro per conto di parrocchie, istituti religiosi, ma anche privati cittadini in Romagna, promettendo tassi di interesse altissimi, che oscillavano dal 70% al 100%.

Presentando come garanzia di affidabilità le sue amicizie con gli ambienti religiosi (per questo fu poi soprannominato "il banchiere di Dio") e contando su alcune connivenze negli ambienti politici e nel sistema bancario, Giuffrè riuscì inizialmente a rastrellare ingenti somme di denaro. L'ex impiegato rimborsava effettivamente gli altissimi tassi di interesse, contribuendo in tal modo a pubblicizzare e rendere molto appetibile la sua raccolta, che così si estese rapidamente anche in altre regioni.

In realtà Giuffrè non investiva il denaro raccolto in attività finanziarie, ma si limitava a rimborsare gli alti tassi di interesse semplicemente utilizzando il denaro raccolto successivamente presso altri risparmiatori, secondo il classico meccanismo dello "Schema di Ponzi". Quando un certo numero di risparmiatori, sospettando la truffa, iniziarono a chiedere il rimborso e Giuffrè non fu in grado di rimborsarli, gli ultimi entrati nella raccolta persero il loro denaro e la truffa fu scoperta. Nel marzo 1957 Giuffrè fu interrogato dalla Guardia di Finanza.

La sua attività continuò fino all'agosto dell'anno seguente, quando scoppiò il caso. Tra i più colpiti ci furono i francescani dell'Ordine dei Frati Minori, che persero una cifra enorme. Mentre chi ne profittò furono i frati Cappuccini, i primi ad essere contattati da Giuffrè e a fare i primi versamenti per poi averne subito enormi profitti. Essi fecero propaganda tra gli altri Ordini maschili e femminili. I Frati Minori furono gli ultimi a versare i loro risparmi, anzi chiesero prestiti anche alle banche e a parenti privati, prestiti che poi non poterono restituire. Per anni e anni rimasero indebitati. Papa Giovanni XXIII poi creò una commissione cardinalizia perché si occupasse della vicenda, per tentare di mitigare in qualche modo lo scandalo. Si trattò di un caso che, all'epoca, suscitò notevole clamore, scosse l'opinione pubblica e provocò anche un terremoto politico. Nel processo che ne seguì, infatti, furono chiamati in causa il ministro delle Finanze Luigi Preti e il suo predecessore Giulio Andreotti; si istituì anche una commissione parlamentare d'inchiesta.

In definitiva il clamore del caso Giuffrè contribuì a far introdurre in Italia, negli anni seguenti, una più severa normativa sulla raccolta di risparmio, che, a partire dagli anni sessanta infatti, non fu più concessa a soggetti non autorizzati dalla Banca d'Italia e dagli organi istituzionali di controllo del sistema bancario.


 

martedì 18 febbraio 2025

EVANGELISTA TORRICELLI

 

 
Evangelista Torricelli 
(Roma, 15 ottobre 1608 – Firenze, 25 ottobre 1647 - 39 anni) è stato un matematico e fisico italiano. 

Torricelli nacque a Roma (ma, fino al 1987, si è ritenuto che fosse nato a Faenza) da genitori romagnoli, Gaspare Ruberti, un tessitore originario di Bertinoro (nell'odierna provincia di Forlì-Cesena), e Giacoma Torricelli, originaria di Faenza. Rimase orfano in tenera età e trascorse l'infanzia e l'adolescenza a Faenza, dove fu iniziato allo studio dallo zio materno, Gian Francesco Torricelli (Don Jacopo, monaco camaldolese), parroco di S. Ippolito, che curò la sua educazione primaria. Frequentò poi la scuola dei Gesuiti, prima a Faenza e quindi a Roma, dove si avvicinò agli studi di matematica, che approfondì sotto la guida di Benedetto Castelli (1577-1644), padre benedettino, rinomato professore di matematica e idraulica al Collegio della Sapienza, e illustre discepolo di Galileo. 
 
 
L'11 settembre del 1632 Evangelista Torricelli ebbe contatti epistolari con Galileo Galilei
 (Pisa, 15 febbraio 1564 – Arcetri, 8 gennaio 1642 - 78 anni). Il 10 ottobre 1641 Torricelli divenne assistente di Galileo, assieme a Vincenzo Viviani, e su domanda e insistenza di Galilei si trasferì nella sua abitazione. 
Galileo morì pochi mesi dopo (l'8 gennaio del 1642). Alla sua morte, il granduca Ferdinando II de' Medici nominò Torricelli suo successore come matematico del Granducato di Toscana, carica che ricoprì fino alla morte, e divenne professore di matematica presso l'Accademia fiorentina.  

Oltre all'attività di matematico e studioso di geometria, nel corso della quale elaborò diversi importanti teoremi e anticipò il calcolo infinitesimale, egli si dedicò alla fisica, studiando il moto dei gravi e dei fluidi e approfondendo l'ottica. Possedeva un laboratorio nel quale realizzava egli stesso lenti e telescopi. A causa della sua prematura scomparsa, non conosciamo i particolari del processo originale di lavorazione, poiché lo scienziato lo aveva coperto da segreto.

Torricelli si dedicò anche allo studio dei fluidi, giungendo a inventare il barometro a mercurio, chiamato "tubo di Torricelli" o "tubo da vuoto di Torricelli", prima della fine del 1644. Tale invenzione era basata nella misurazione della pressione atmosferica attraverso l'uso di un tubo che, proprio sotto la spinta di tale pressione, veniva riempito dal mercurio fino all'altezza di 760 mm (esperimento effettuato sul livello del mare). Proprio da questa invenzione è nata l'unità di misura della pressione "millimetri di mercurio" (mmHg) e l'uguaglianza: 1 atm = 760 mmHg (la pressione di un'atmosfera corrisponde a 760 millimetri di mercurio). Nello stesso anno pubblicò l'opera in tre parti dal titolo Opera geometrica, della quale De motu gravium costituisce la seconda parte.

Torricelli morì a Firenze a 39 anni, probabilmente pochi giorni dopo aver contratto una malattia (tifo oppure polmonite), e venne sepolto nella basilica di San Lorenzo.

 
Per approfondire:

giovedì 13 febbraio 2025

PIERO FA LA MERICA di PAOLO MALAGUTI

PIERO FA LA MERICA di PAOLO MALAGUTI


 

 
 

 

martedì 11 febbraio 2025

PONTICELLI di MALALBERGO - PRIMO MORONI

 https://casadelpopoloponticelli.noblogs.org/

Notizie su PRIMO MORONIhttps://www.treccani.it/enciclopedia/primo-moroni_(Dizionario-Biografico)/

 


 

 

Chi siamo

Prologo

chimonumento

Ponticelli di Malalbergo è una piccola frazione della bassa bolognese a metà strada fra Bologna e Ferrara.  In passato, durante la resistenza, è stata luogo di numerosi scontri fra antifascisti e camicie nere.

Questo piccolo borgo che a metà degli anni ’40 contava poco più di 500 abitanti pagò con la vita di 28 partigiani il suo rifiuto a collaborare e ad appoggiare la neo-nata repubblica si Salò

Al termine della guerra molti degli abitanti, per la maggiorparte contadini e braccianti, costruirono nel tempo libero dal lavoro una Casa del Popolo, dove poter collocare la sede del PCI e poter svolgere numerose attività culturali e ludiche rivolte a tutta la popolazione.

Proprio in quegl’anni nacque la storica Festa dell’Unità che si svolse per anni nel parco pubblico antistante la Casa del Popolo e che diventò in breve tempo luogo di incontro per numerosi antifascisti della zona.

L’associazione Primo Moroni

Nel 1991 nasce il Partito della Rifondazione Comunista tentando di raccogliere una larga fetta dei militanti dell’ormai defunto PCI, delusi dalla trasformazione del più grande partito comunista d’Europa in un partito riformista.

Proprio in quegl’anni diversi compagni provenienti da Ponticelli e dintorni decidono di recuperare la storica festa dell’Unità che non si svolgeva ormai da anni. Attraverso il sodalizio con Rifondazione Cumunista vengono presi in affitto alcuni locali della Casa del Popolo per poter svolgere riunioni e stivare la attrezzature e la storica festa di Ponticelli diventa per un breve periodo Festa di Liberazione.

Nel Maggio 1998, a seguito di numerose divergenze e perplessità sulle scelte e sulle pratiche politiche del PRC, il gruppo di Ponticelli decide di uscire dal partito e di costituirsi in associazione dichiarando di voler dirigere più liberamente le proprie scelte e di volersi staccare radicalmente dalla nauseabonda politica degli interessi particolari.
La dirigenza del partito volentieri ci accompagna alla porta.

 Primo Moroni

L’associazione viene intotolata a Primo Moroni, defunto qualche settimana prima a Milano. Primo Moroni viene scelto come il simbolo di quello che l’associazione intendeva realizzare attraverso le sue attività. La libreria Calusca di Milano, di cui Primo era il fondatore e curatore, era un vero e proprio punto di incontro per tutte le varie componenti di quella sinistra extra-parlamentare e non, veriagata e spesso divisa.

L’associazione Primo Moroni si pose e continua a porsi come obbiettivo principale proprio quello di essere il punto d’incontro di individualità diverse e differenti ma conciliabili da alcuni elementi comuni: le radici antifasciste della nostra storia, la battaglia allo sfruttamento neoliberista del lavoro, la salvaguardia del territorio dalle devastazioni urbanistiche e industriali.

Per saperne di più su Primo Moroni: Archivio Primo Moroni

 La Nuova Casa del Popolo

Nella seconda metà degli anni ’90 il Partito dei Democratici di Sinistra, erede del defunto PCI, affogato dai debiti del suo quotidiano l’Unità, decide di vendere parte del suo patrimonio immobiliare. Vengono così gettate sul mercato privato tutte quelle le Case del Popolo, costruite grazie al sudore e alla fatica della gente comune, di cui il partito era diventato proprietario. La Casa del Popolo di Ponticelli non fa eccezione a questa vergognosa svendita di un patrimonio collettivo.

L’associazione si propone come potenziale acquirente dell’immobile, motivando il suo legittimo diritto a diventare il naturale successore di una storia e una tradizione di gestione collettiva e condivisa dello stabile in questione. La casa del Popolo era del popolo e doveva rimanere tale.

Il Pds, facendo orecchie da mercante, vende l’immobile ad un privato che lo trasforma in un bar-ristoante come tanti altri.  L’associazione Primo Moroni, decisa a continuare la pripria attività nella borgata in cui era ormai radicata, decide impegnarsi con un mutuo di 15 anni nell’acquisto di un vecchio essiccatoio del riso dell’800. Nel Dicembre 2000 viene così fondata la Nuova Casa del Popolo di Ponticelli, proprio a pochi metri di fronte alla vecchia.