Nato a Ravarino (Modena) nel 1923, Renato Sitti si trasferì a Ferrara nel 1944 dove, dopo essere stato esonerato dal servizio militare per problemi cardiaci, aveva ottenuto un lavoro impiegatizio presso il locale ufficio del Registro. Nell’immediato dopoguerra aderì al Partito Comunista e iniziò un’intensa attività culturale: fu poeta, scrittore, critico di cinema e d’arte, curatore di eventi espositivi, giornalista attento alle grandi questioni sociali. La sua azione culturale fu coerente, perché sempre fondata sull’impegno civile e sociale, non disgiunto da quello politico. Collaborò attivamente con vari giornali e riviste, da “La Nuova Scintilla” (1948-1957) a “L’Unità” (1953-54), da “Competizione democratica” (1955-58) a “Cinema 60”, e altri.
Nei primi mesi del 1965, a seguito di concorso, fu assunto dal Comune di Ferrara, chiamato a svolgere funzioni presso le attività culturali, ruolo istituzionale in cui si distinse nello stimolare le nuove esperienze audio-visuali nelle scuole, mirando sempre alle forme sensibili della coscienza sociale. Sitti fu anche storico dell’età contemporanea e concentrò la sua attenzione sulla cultura delle massi popolari, sul fascismo, sulla lotta di liberazione. Fra le sue pubblicazioni si ricordano Ferrara. Il regime fascista, (con Lucilla Previati) 1976; Sul Risorgimento ferrarese, 1983; La Capillare. Rapporto su un’organizzazione fascista di base, 1983. Dalla fine degli anni sessanta la sua opera intellettuale fu guidata dalla volontà di definire e conservare la “memoria” delle classi popolari del Novecento, attraverso la raccolta e l’utilizzo sinergico delle fonti storiche tradizionali e di quelle antropologiche. Si debbono alle sue intuizioni “istituzionali” la creazione del Centro Etnografico Ferrarese presso il Comune di Ferrara e lo sviluppo, in tandem con l’agricoltore Guido Scaramagli, del MAF, Il Centro di Documentazione Mondo Agricolo Ferrarese di San Bartolomeo in Bosco, oggi una delle maggiori realtà di museografia agricola della regione Emilia-Romagna.
L’attività di Sitti è stata straordinariamente intensa, coinvolgente e si è dipanata per oltre 45 anni instaurando relazioni profonde con tanti protagonisti della cultura italiana. La sua attività è testimoniata da una quantità imponente di scritti, purtroppo non sempre di facile reperibilità perché sparsi fra giornali, riviste, piccola editoria e pubblicazioni povere e “militanti”. Sitti è scomparso prematuramente nel 1992 per complicazioni insorte dopo un intervento cardio-chirurgico.
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