FERRARA - TORRE DELLA VITTORIA
Il prospetto in fronte alla Cattedrale è il risultato di un radicale
rifacimento, eseguito tra il 1924 ed il 1928, quando si riproposero le
linee e le architetture di derivazione trecentesca che oggi vediamo.
Nell’ambito di questi lavori fu costruita anche la Torre della Vittoria, a completamento della nuova facciata in “stile gotico”.
La torre fu dedicata alla memoria dei caduti della grande guerra e contiene all’interno la “Vittoria del Piave”, una statua in bronzo dorato eseguita dallo scultore ferrarese Arrigo Minerbi (Ferrara 1881 – Padova 1960).
La torre fu dedicata alla memoria dei caduti della grande guerra e contiene all’interno la “Vittoria del Piave”, una statua in bronzo dorato eseguita dallo scultore ferrarese Arrigo Minerbi (Ferrara 1881 – Padova 1960).
Epigrafe latina del plinto, così tradotta da Gualtiero Medri:
"Me
sopra le onde della battaglia
avvinta tennero i vincitori
me ora integra conservate
o cittadini
e a quelli trascorsi legate propizi fati futuri.
MCMXV - MCMXVIII "
Le foto che seguono sono state scattate il 16 novembre 2018.
La parte terminale della torre è coronata da merli e beccatelli (1).
Cancello in ferro posto all'entrata del sacello (progettato da Carlo Savonuzzi), caratterizzato da punte di lance e quadrilobi.
L'affresco"inciso" inciso nel sottaco
dell'ampio sesto acuto del portale raffigura riquadri con stemmi
estensi, corone d'alloro, ramoscelli e nastri.
Nel bassorilievo araldico tardo
trecentesco posto sul prospetto principale tra la prima e la seconda
finestra della torre riconosciamo la ruota e l' aquila estense, imprese
che possono essere riferite ai fratelli Nicolò e Alberto V d'Este
avvicendatesi al potere col titolo di marchese nella seconda metà del
14º secolo.
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La Torre di Rigobello.
Secondo diverse fonti, la Torre di
Rigobello fu realizzata nel 1283 dall'architetto Buonguadagni. Si ergeva
dove ora sorge la novecentesca Torre della Vittoria ed era parte
integrante dell'antico palazzo di Corte degli Estensi (oggi palazzo
municipale). Nel 1536 un fulmine colpì la torre, facendo cadere la
parte superiore, che tuttavia venne riparata immediatamente, quindi nel
1537 vi fu collocato un nuovo orologio piuttosto originale dotato di
veri e propri "automi meccanici" che eseguivano movimenti di una certa
complicità. Secondo un cronista dell'epoca estense, prima del rintocco
delle ore l'orologio azionava una campanella, poi dall'alto del
complicato congegno scendeva un angelo che suonava la tromba;
contemporaneamente apparivano i tre Magi, i quali, grazie a un
particolare meccanismo, prima facevano la riverenza alla Vergine Maria e
poi si ritiravano in un'apposita nicchia ricavata nello stesso
orologio; a quel punto "l'angelo robot" ascendeva nel sito primitivo.
Ben presto, tuttavia, la statica della
torre risultò compromessa e, nonostante nel 1551 si fosse tentato di
ovviare al problema attraverso la costruzione di contrafforti, l'antica
costruzione
crollò definitivamente il 14 ottobre 1553, così come riferisce il
cronista Girolamo Merenda. Da allora tutto l'edificio di fronte al Duomo
assunse un aspetto dimesso con un'architettura piuttosto anonima,
caratterizzata da un prospetto di uguale altezza.
Tale edificio fu sottoposto a un
radicale rifacimento, attuato in gran parte dal 1925 al 1927. Il
progetto generale di restauro fu affidato professor Venceslao Borzani
che utilizzò i contributi di idee forniti dai partecipanti al concorso
bandito dal Comune nel 1923 proprio sul tema della ristrutturazione del
palazzo municipale. In realtà, a seguito della morte improvvisa di
Borzani (1926) i lavori furono diretti dall'ingegnere capo del Comune
Girolamo Savonuzzi e dal fratello Carlo, che eseguì il progetto
esecutivo della Torre della Vittoria realizzata con telaio di cemento
armato e pareti di tamponamento in mattoni. La Torre fu dedicata alla
memoria dei caduti della Grande Guerra e inaugurata ufficialmente il 1°
novembre 1928 alla presenza del re Vittorio Emanuele III, proprio in
occasione del primo decennale della Vittoria; alta trentadue metri,
viene definita semplice e austera, infatti sembra ispirarsi alle torri
del Castello Estense (prima della trasformazione del 16º secolo),
piuttosto che alla primitiva Torre di Rigobello.
Nota.
I commenti alle foto e le notizie storiche sono tratti dal libro di
Francesco Scafuri ALLA RICERCA DELLA FERRARA PERDUTA - Faust Edizioni
Localbook.
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(1) - Il beccatello è un elemento architettonico
usato per sostenere parti sporgenti di un edificio, soprattutto nei
castelli e negli edifici storici. Consiste in una mensoletta in legno,
pietra o terracotta che permette di dare appoggio ad una parte di
edificio di pianta maggiore di quella sottostante.