mercoledì 13 marzo 2019

ANGELINI CASALE ROSA - FRAMMENTI DI STORIA








Angelini Casale Rosa


Nome: Rosa
Cognome: Angelini Casale

Luogo e data di nascita: Ferrara, 13 maggio 1824
Luogo e data di morte: Ferrara, notte fra 3 e 4 ottobre 1891

Attività: Fruttivendola, vivandiera

Luoghi abitati:           Ferrara
Alla nascita in via Ariosto, di fronte al convento di Santa Lucia
Via Boccaleone dal 1872 al 1891

Nel quartiere Giardino-Arianuova di Ferrara i nomi di alcune strade sono dedicati a donne vissute nella città durante l’Ottocento. Una di queste ricorda Rosa Angelini, “patriota”.
Figlia di Francesco e di Daria Freddi, Rosa visse sempre a Ferrara dove teneva un banco di frutta e verdura presso il mercato delle Erbe, nell'attuale piazza Trento-Trieste. Aveva cominciato a lavorare all'età di sette anni, aiutando la madre che teneva un banco di fiori presso il mercato. Nel 1843 sposò Ercole Casale – reduce dal servizio militare presso i Dragoni del Papa Gregorio XVI – che avrebbe lavorato con lei, allo stesso banco di frutta e verdura, per tutta la vita. Ebbe quindici parti, ma solo tre dei figli sopravvissero, due maschi e una femmina, Ginevra, morta all'età di 19 anni.
Rosa visse con entusiasmo i cambiamenti politici che avvenivano nella società ferrarese e festeggiò, come tanti, nel 1861, la proclamazione del Regno d'Italia.
Nel 1866 chiese ed ottenne di partecipare, come vivandiera del 9° Reggimento volontari italiani, alle campagne del 1866, “[…] dando anche prova di coraggio veramente virile e di cuore ben fatto in più di una peripezia”, come si attesta nel fascicolo a suo nome conservato in Archivio Comunale.
Le sue condizioni economiche non furono mai prospere. Lo testimoniano, fra l’altro, alcuni episodi. Nel 1872, insieme al marito, chiese un contributo economico al Comune per sostenere le spese delle cure necessarie al figlio ammalato. E nel 1880 avviò la richiesta, al Ministero della guerra, di un sussidio economico. Nella documentazione allegata alla domanda, Guido Benazzi e Giuseppe Frassoldati, esponenti del Risorgimento ferrarese, dichiaravano che Rosa aveva fatto parte “ quale vivandiera del 9° Reggimento volontari italiani nella campagna del 1866”. E in un certificato di buona condotta, rilasciato dal Comune in data 25 giugno 1882, si legge: “si attesta la povertà della petente”. Il 21 dicembre 1882 il Ministero della guerra restituiva tutta la documentazione scrivendo: “La domanda di sussidio testé inoltrata a questo Ministero dalla fruttivendola Angelini Rosa costì dimorante non può essere favorevolmente accolta poiché, seconde le norme in vigore, la postulante non ha titolo ad ottenere sussidi sul bilancio della guerra. Si prega pertanto V.S. di volerne rendere informata la postulante medesima per opportuna sua norma restituendole gli uniti documenti”.
Il figlio di Rosa, Nemesio, rese omaggio alla madre scrivendo nel dicembre 1911 un breve profilo biografico. La ricorda come una “bella donna, alta e di virile presenza”, molto legata ai figli, tanto che la loro partenza per il Brasile ne affrettarono la morte. Scrive Nemesio: “l'esilio volontario dei figli, fu la causa repentina della sua morte, moriva di crepacuore e di dolore”.
I funerali furono imponenti. Vi parteciparono i reduci garibaldini “con bandiere e fanfare”; sul suo feretro fu posta la camicia rossa con le tre decorazioni che le erano state conferite per i servigi nell'esercito e il relativo berretto rosso; sessanta donne con torce accese precedevano il carro funebre.

La foto e le notizie di cui sopra sono tratte da:
Angelini Casale Rosa - UDI Ferrara

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Per ulteriori notizie: http://www.listonemag.it/2014/06/08/rosa-angelini-tra-leggenda-e-verita/
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Alla sua morte, i ferraresi le dedicarono una lapide tombale che così recita: 
ROSA   ANGELINI
GENEROSA POPOLANA
PRESE PARTE ALLA GUERRA DEL 1866
VIVANDIERA NEL 9° REGGIMENTO
DUCE GARIBALDI
PER ATTI INSIGNI DI VALORE
MILITARE E CIVILE
ONORATA DI TRE MEDAGLIE
MORI IL 4 OTTOBRE 1891
DI ANNI 67

La sua tomba si trova nella Certosa di Ferrara ed è posta di fronte a quelle di Succi, Parmeggiani e Malagutti, i tre patrioti mazziniani fucilati dagli austriaci nel 1853. 

 


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