Il 27 maggio 1852, durante la rappresentazione del ballo "La
Zingara", il dott. Domenico Malagutti e lo studente di legge Gaetano
Ungarelli gettarono dal loggione del teatro Comunale dei manifestini
innegganti alla libertà dei popoli. Uno fra i tanti diceva:
Italia - Ungheria
Francia - Spagna - Polonia
infelici nazioni
sperate!
Una miriade di forti e generosi
sorgerà fra non molto vendicatrice.
La
polizia austriaca seguita da quella pontificia iniziò subito le
perquisizioni. Nella notte tra il 10 e l' 11 luglio perquisirono le
abitazioni di sette cittadini i quali vennero arrestati e chiusi in
fortezza. Altri arresti vennero eseguiti in seguito e nel dicembre i
prigionieri erano ascesi a quarantaquattro.
Il
processo finì nel gennaio del 1853. Il 15 marzo il Consiglio di guerra
pronunciava dieci condanne a morte per alto tradimento. Dei condannati,
sette (Vincenzo Barlaam, Aristide De Luca, Andrea Franchi-Bononi,
Francesco Gandini, Camillo Mazza, Giovanni Pareschi e Gaetano Ungarelli)
ebbero mutata la pena di morte in quella dei lavori forzati; agli altri
tre, invece, fu confermata la condanna a morte e il 16 marzo 1853, alle
sette e un quarto antimeridiane, GIACOMO SUCCI, il dott. DOMENICO
MALAGUTTI e LUIGI PARMEGGIANI, in prossimità degli spalti della
fortezza, caddero colpiti dal piombo austriaco.
(cfr. Storia di Ferrara di Guido Angelo Facchini e Storia di Ferrara di Renato Jannucci)
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