martedì 2 aprile 2024

FERRARA - OSTAGGI 19 FEBBRAIO 1849

 FERRARA - OSTAGGI 19 FEBBRAIO 1849

Già pubblicato, con lo stesso titolo, un post in data 29 dicembre 2011.

Dopo la caduta di Napoleone, il Congresso di Vienna (1814 - 1815) impone la
restaurazione dei vecchi Stati. Ferrara si ritrova nuovamente sotto lo Stato Pontificio,
terra di confine col Lombardo - Veneto, segnato dal Po, e contemporaneamente è
obbligata ad ospitare e mantenere una folta guarnigione austriaca, forte di uomini e di
armi, arroccata nella Fortezza.
Nonostante le riforme e le innovazioni portate da Napoleone siano state abolite, non
sono state dimenticate: anche a Ferrara si diffondono, pertanto, idee rivoluzionarie.
Numerosi ferraresi, in accordo con i carbonari del Veneto, della Lombardia e del
Regno di Napoli ed in stretto contatto con i carbonari bolognesi, romagnoli e
marchigiani, partecipano all'attività carbonara, iniziata a funzionare organicamente
fin dal 1817.

All'inizio del 1818 viene scoperta una prima associazione carbonara guidata dal
marchese Giovan Battista Canonici: il marchese è arrestato, condannato al carcere
duro prima a Venezia, poi a Lubiana dove muore nel 1821. Verso la fine del 1818, in
seguito ad alcune confessioni del cancelliere Antonio Villa, altri carbonari ferraresi,
pur più prudenti nell'azione, vengono scoperti ed arrestati.
Con i moti carbonari del 1820 – 21 si chiude anche a Ferrara il primo periodo della
rivoluzione italiana.
Nel 1846, contro il volere del Metternich, viene eletto a pontefice Pio IX, che impone
un regime più liberale di quello dei suoi predecessori. Egli, infatti, concede un'ampia
amnistia ai condannati politici, una moderata libertà di stampa e di adunanza;
istituisce la Consulta di Stato e nel luglio del 1847 la Guardia Civica.
La promulgazione di tali leggi “liberali” riaccende anche a Ferrara il fervore
patriottico, contrastato dagli Austriaci che, abbandonata la Fortezza, decidono di
occupare la città, entrandovi nella mattina del 17 luglio 1847.

La protesta pubblica del legato cardinale Luigi Ciacchi contro gli Austriaci, accolta
dal Papa, fornisce l'occasione per movimenti di sommossa e manifestazioni
patriottiche in tutta Italia: il sentimento popolare diventa sempre più ostile nei
confronti dell'Austria.

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Da Ferrara il 12 aprile 1848 parte la Compagnia dei Bersaglieri del Po, costituita dal
conte Tancredi Trotti Mosti, già colonnello della Guardia Civica. Ricevuta la bandiera
bianco-gialla con le insegne pontificie benedetta dal Cardinale Arcivescovo e salutata
in piazza dalla popolazione, la Compagnia, formata da numerosi giovani e meno
giovani, di diverse classi sociali, tutti volontari e convinti delle nuove idee di libertà
ed indipendenza, attraversato il fiume Po, si dirige prima a Vicenza, poi alla fine di
aprile sul fiume Piave. 

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Malgrado il valore dei Bersaglieri, la battaglia è perduta. La resa è inevitabile, ma ai
vinti viene concesso l'onore delle armi. Le perdite dei Bersaglieri sono rilevanti, circa
il 30% della loro forza, tra morti, feriti e prigionieri. La loro bandiera, ora custodita
nel Museo del Risorgimento di Ferrara, è stata decorata di medaglia al valor militare
“per la valorosa condotta tenuta nei combattimenti di Cornuda, di Monte Berico e
nella difesa di Vicenza”.
La 1° guerra d'indipendenza si conclude nel 1848 con la vittoria degli Austriaci nella
battaglia di Custoza (25 luglio) e l'armistizio Salasco (7 agosto).

Benché la sconfitta di Custoza (25 luglio) e l'armistizio Salasco (7 agosto) abbiano
posto fine alla Prima Guerra d'Indipendenza, all'interno dello Stato Pontificio si
hanno nuovi fermenti che portano alla fuga di Pio IX a Gaeta sotto la protezione del
re di Napoli (25 novembre) ed alla nascita di un governo democratico.

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Il 17 gennaio 1849 anche nella Legazione pontificia di Ferrara, caduto il potere
temporale, sono indette le elezioni democratiche dei rappresentanti che devono
partecipare all'Assemblea Costituente della Repubblica Romana. Nello stesso giorno
il prolegato, prima di lasciare Ferrara, affida il governo della città ad una
commissione di tre cittadini, tra i quali Carlo Mayr, che dopo alcuni giorni viene
eletto presidente della Provincia di Ferrara.
L'attività rivoluzionaria mazziniana, basata sui principi di indipendenza ed unità,
prende nuovo vigore. Il 9 febbraio 1849 a Ferrara compaiono i manifesti della
Repubblica Romana che riportano l'articolo 3 della Costituente: “Il governo dello
Stato romano sarà democrazia pura”, ma l'attività mazziniana viene presto repressa e
la città vede ancora un trionfo austriaco che getta nello sconforto i patrioti.
A causa di un tumulto popolare, infatti, cadono uccisi tre soldati austriaci e ferito un
ufficiale; tutti i militari austriaci si rifugiano nella Fortezza. La città sembra libera e
sicura. Ma nella mattinata del 18 febbraio il generale Haynau, comandante il secondo
corpo riserve austriache, superato il Po con circa 6 mila fanti, uno squadrone di
cavalleria, 22 cannoni ed una batteria di fanti, ordina alla città la resa, la consegna
degli uccisori dei soldati austriaci oppure sei ostaggi scelti fra i più ragguardevoli
cittadini. Inoltre l'Austria esige il pagamento di una penale nelle mani del v
ice
console imperiale di Ferrara, certo Bertuzzi, di duecentoseimila scudi.

Il 19 febbraio 1849 una delegazione cittadina presieduta dal Cardinale Cadolini
incontra il generale Haynau, ma non ottiene nessun cambiamento alle dure
condizioni. Più tardi il console inglese Mc Alister tenta una nuova mediazione, ma le
imposizioni del Feld Maresciallo Radetzky sono tassative per cui è un successo
ottenere quattro ore di proroga al minacciato bombardamento della città.

Allora cittadini eminenti, fra i quali il fratello dell'Arcivescovo Cadolini,
volontariamente si offrono in ostaggio al comando austriaco a garanzia del
pagamento della somma richiesta, di importo irraggiungibile, consegnata, comunque,
in buona parte nello stesso giorno. Si concorda di pagare a rate la rimanente parte.
Il 20 febbraio 1849 il gonfaloniere di Ferrara Eugenio Righini ordina di affiggere un
proclama di encomio alla cittadinanza per il contributo ed i mezzi prestati a
soddisfare le pretese austriache, nonché per rendere pubblici i nomi dei sei generosi
cittadini rinchiusi nella fortezza come ostaggi.
Gli ostaggi vengono, poi, trasferiti nelle prigioni di Padova, dove sono trattenuti per
quattro giorni, quindi in quelle più sicure di Verona. Vengono liberati solo nel maggio
1849.
Dopo la caduta della Repubblica Romana, avvenuta nello stesso anno, a Ferrara,
come in tutta la penisola, le organizzazioni rivoluzionarie si indeboliscono
fortemente.
Dopo la caduta della Repubblica Romana del 1849 a causa dell'intervento di
Napoleone III che, in deroga ad un articolo della costituzione francese, ristabilisce
l'ordinamento pontificio, Ferrara ritorna sotto il governo del papa Pio IX e il controllo
delle truppe austriache occupanti la Fortezza.
Nella città, tuttavia, una minoranza eroica e tenace prosegue l'opera interrotta dagli
eventi del 1849 per la nascita di un'Italia libera ed unita.

        

       RICORDANZA E GRATITUDINE
                         ETERNA
AI NOSTRI NON MAI ABBASTANZA LODATI
                    CONCITTADINI

AVV.
 
 
COL.
 
DOTT.
GIUSEPPE      AGNELLI
GIUSEPPE      CADOLINI
GIROLAMO      CANONICI
IPPOLITO      GUIDETTI
MASSIMILIANO      STROZZI
ANT.    FRANC.    TROTTI


CHE SPONTANEI SI DIEDERO IN OSTAGGIO
PER SALUTE DELLA PATRIA
IL GIORNO 19 FEBBRAIO 1849





Le foto sono del NonnoKucco.

Le notizie sono tratte dal sito: http://www.isco-ferrara.com/wp-content/uploads/2018/01/Le-lapidi-raccontano-il-Risorgimento.pdf

Altre notizie: https://www.spreaker.com/episode/19-febbraio-1849-ostaggi-per-la-difesa-della-citta-accadeoggi-s01e14--22918781

Il 5 febbraio 1848 nasce la Repubblica Romana e ciò si ripercuote anche su Ferrara, il prolegato pontificio abbandona la città e il potere passa nelle mani di tre cittadini, tra i quali Carlo Mayr. Il movimento viene represso dagli austriaci ma, successivamente, un tumulto popolare provoca la morte di tre militari e l'esercito si rifugia nella fortezza. Nella mattinata del 18 febbraio il generale Haynau attraversa il Po e ordina alla città la resa, la consegna degli uccisori dei soldati austriaci o di sei ostaggi tra i cittadini illustri. Questi ultimi verranno liberati solo nel Maggio successivo e sono ricordati attraverso una lapida affissa sulla Cattedrale di Ferrara. Sono: Avv. Giuseppe Agnelli; Giuseppe Cadolini; Girolamo Canonici; Col. Ippolito Guidetti; Massimiliano Strozzi; Dott. Antonio Francesco Trotti. Spontanei si diedero in ostaggio il giorno 19 febbraio 1849.

In collaborazione con Istituto di Storia Contemporanea di Ferrara 

 

 

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