MARCONI GUGLIELMO
BOLOGNA 25 APRILE 1874 - ROMA 20 LUGLIO 1937
25 APRILE 2024 : 150 ANNI DALLA NASCITA
I RAPPORTI DEL GRANDE SCIENZATO CON IL REGIME FASCISTA.
https://it.wikipedia.org/wiki/Guglielmo_Marconi
Marconi e il fascismo
La questione dell'adesione di Marconi al fascismo è molto complessa ed è tuttora oggetto di studio. Certamente fu fortemente corteggiato, fin dall'inizio, dal regime,[19] come d'altronde lo era stato dai governi precedenti, e decise di aderire, non tanto per i posti di rilievo negli organi nazionali, che arrivarono in seguito, quanto per lo spirito patriottico che rappresentava in principio. I fascisti, influenzati dal futurismo, avevano esaltato la figura e l'opera di Guglielmo Marconi come espressione del genio italiano, tanto che Mussolini, già in un discorso tenuto a Trieste il 6 febbraio 1921, aveva affermato: "L'Italia è l'ala tricolore di Ferrarin, l'onda magnetica di Marconi, la bacchetta di Toscanini, il ritorno a Dante nel sesto centenario della sua dipartita." Nel 1923, su impulso del governo, nacque l'Unione Radiofonica Italiana (antesignana dell'EIAR e della RAI) dalla fusione delle filiali italiane della britannica Marconi Company (Radiofono) e della American Marconi (SIRAC). Fu nominato presidente Enrico Marchesi, proveniente dalla FIAT, mentre il vice-presidente era Luigi Solari, persona molto vicina agli interessi di Guglielmo Marconi.
Pesano negativamente sull'immagine di Marconi discorsi come "Rivendico l'onore di essere stato in radiotelegrafia il primo fascista, il primo a riconoscere l'utilità di riunire in fascio i raggi elettrici, come Mussolini ha riconosciuto per primo in campo politico la necessità di riunire in fascio le energie sane del Paese per la maggiore grandezza d'Italia".[20] Benito Mussolini, in un discorso al Senato del 9 dicembre 1937, affermò: "Nessuna meraviglia che Marconi abbracciasse, sin dalla vigilia, la dottrina delle Camicie Nere, orgogliose di averlo nei loro ranghi".[21] In occasione della 19ª riunione della Società Italiana per il Progresso delle Scienze, che si tenne dal 7 al 15 settembre 1930 congiuntamente a Bolzano e a Trento, iniziò il suo discorso inaugurale con le parole: "Il mio saluto è esultante per il compiacimento di trovarmi tra i fratelli del Trentino in una grande manifestazione prettamente italiana che si svolge sul suolo riconquistato alla grande Madre sotto la guida del Re vittorioso, mentre il segnacolo della Patria sventola sicuro sul Brennero e al compimento dei nostri destini presiede e provvede la mente vigile e allerte del Duce".[22]
Al di là di queste affermazioni pubbliche, i rapporti fra il Duce e l'inventore non furono tuttavia semplici, soprattutto verso la fine, quando Marconi tentò di convincerlo invano a non pensare a una guerra contro il Regno Unito. Marconi morì proprio alla vigilia di un incontro col Duce a questo proposito. Inoltre, visto l'uso nella propaganda di guerra che i regimi fascisti e totalitari fecero della radio, pare che Marconi abbia detto della sua invenzione: "Ho fatto del bene al mondo o ho aggiunto una minaccia?"[23]
Marconi fascista? Certamente sì, ma resta lo Steve Jobs dell’Ottocento e il Galles poteva svegliarsi prima
Il sindaco di Cardiff ha negato il visto a una statua in onore di Guglielmo Marconi, il geniale inventore della radio, sostenendo che ai suoi tempi era stato fascista e che discriminava gli accademici ebrei. Due macchie indelebili anche per un grande scienziato che non va venerato acriticamente ma nemmeno condannato alla damnatio memoriae per i suoi indiscutibili errori
L’ultima vittima della Brexit si chiama Guglielmo Marconi. Il comune di Cardiff gli ha negato il visto, e il monumento che era stato progettato in suo onore, una radio alta quattro metri del valore di oltre un milione di sterline, non si farà. Motivo, la sua adesione al fascismo e l’esclusione di scienziati ebrei dall’Accademia d’Italia di cui era presidente. Il sindaco gallese ha assolutamente ragione, ed è padronissimo di non dedicargli monumenti nella sua città. Del resto, non si tratta nemmeno, a rigore, di “cancel culture”, perché qui non si abbatte a picconate una statua già esistente, ma si rinuncia a costruirne una nuova e molto costosa, in tempi di ristrettezze dei bilanci pubblici. Semmai gli si potrebbe obiettare che doveva svegliarsi prima: che del regime di Mussolini Marconi fosse un sostenitore convinto della prima ora, nonché gerarca di rango, lo sanno tutti. È altrettanto vero che nel sottoporre al Duce le liste di candidati all’Accademia annotava di suo pugno la lettera “e” accanto ad alcuni nomi, per segnalarne l’origine ebraica, come ho scritto e documentato nel mio libro “Wireless. Scienza, amori e avventure di Guglielmo Marconi“ (Garzanti, 2013).
Sono due macchie indelebili nella biografia di un grande uomo e di un grande inventore. Possiamo perdonargliele, in cambio dei tanti suoi meriti, delle tante cose per cui l’umanità gli è debitrice – non solo la radio, ma tutte le meraviglie della rivoluzione digitale, dal Wi-fi al cellulare? La risposta, ovviamente, è no. Non ci sono giustificazioni.
https://www.scienzainrete.it/italia150/guglielmo-marconi
Guglielmo Marconi (Bologna, 1874 – Roma, 1937) è forse il più grande inventore che l’Italia unita abbia avuto. Ma, contrariamente a quanto si crede, è anche un buon fisico. In ogni caso è un ottimo organizzatore e imprenditore.
Guglielmo Marconi nasce a Bologna da un ricco proprietario terriero, Giuseppe, e da un’irlandese, Anne Jameson, a sua volta figlia di un distillatore di whiskey. Riceve in casa la sua istruzione primaria. Ma anche in seguito frequenta le scuole piuttosto saltuariamente, prima a Firenze poi a Livorno.
Riceve, però, lezioni private e si appassiona alla fisica. La conoscenza, poi, di un anziano telegrafista, lo indirizza verso questo tipo di applicazioni. Lo studio è di tipo sperimentale. Ma Guglielmo frequenta sia la migliore letteratura scientifica internazionale (conosce l’inglese molto bene) sia scienziati del calibro di Augusto Righi, impegnato a confermare in via sperimentale la teoria elettromagnetica della luce di Maxwell. È così che matura l’idea di un “telegrafo senza fili”, ovvero di utilizzare le onde elettromagnetiche per inviare segnali a distanza.
Durante l’inverno 1894 mise a punto un apparato e nella primavera del 1895 organizzò un esperimento destinato a diventare famoso: la trasmissione mediante onde radio di un segnale a distanza. È l’esperimento del “colpo di fucile”, sparato dal fratello per avvisarlo di aver ricevuto il segnale inviato dalla soffitta di Villa Griffone di Pontecchio, residenza di campagna dei Marconi, oltre la Collina dei Cappuccini.
La trasmissione di segnali a distanza per via elettromagnetica funziona. Marconi ha messo a punto un dispositivo radio. Inutilmente cerca di ottenere l’appoggio delle autorità italiane per perfezionare l’invenzione. Così, incoraggiato dalla madre, si trasferisce in Inghilterra. Le Poste inglesi sono molte interessate. E Marconi mette a punto un esperimento per la trasmissione di segnali radio a 14 chilometri di distanza. E lo brevetta.
Il perfezionamento del dispositivo procede così a ritmi rapidissimi. E culmina il 12 dicembre 1901 nella prima trasmissione radio transatlantica, tra Poldhu, in Cornovaglia, e Signal Hill, a Terranova. Una trasmissione ritenuta impossibile da fisici e matematici. Per fortuna di Marconi gli strati ionizzati dell’alta atmosfera consentono la riflessione dei segnali elettromagnetici e, dunque, il superamento della curvatura terrestre.
La telegrafia senza fili può funzionare anche a grandissime distanze. Per molti anni ancora Marconi perfezionerà i suoi apparati radio e ne diventerà il primo imprenditore. Intanto nel 1909 riceve il premio Nobel per la Fisica.
La priorità dell’invenzione della radio è stata contestata. La Corte Suprema degli Stati Uniti nel 1943 la attribuirà a Nikola Tesla. Ma la scoperta, nel resto del mondo, continuerà a essere attribuita a Marconi.
Tornato in Italia, nel 1929 Guglielmo Marconi viene nominato alla Presidenza del Consiglio nazionale delle Ricerche dopo la destituzione, a opera del regime fascista, del matematico Vito Volterra. La sua vicinanza, anche ideologica, al fascismo è inoppugnabile. E il regime la sfrutta a fini propagandistici.
Ma la sua bravura di inventore è altrettanto innegabile e inesausta. Ancora nel 1936 ha un ruolo da protagonista nelle prime trasmissioni televisive, a opera della BBC.
La mia lunga esperienza mi ha insegnato a non credere a limitazioni fondate su conoscenze puramente teoriche e matematiche le quali, come è noto, sono spesso basate su cognizioni imperfette di tutti i fattori che entrano in gioco. Ho sempre ritenuto opportuno seguire i nuovi indirizzi di ricerca, anche quando questi sembravano, a prima vista, poco promettenti di buoni risultati (Guglielmo Marconi)
Guglielmo Marconi | |
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Guglielmo Marconi nel 1908 | |
Senatore del Regno d'Italia | |
Durata mandato | 30 aprile 1914 – 20 luglio 1937 |
Tipo nomina | Categoria 20 (coloro che con servizi o meriti eminenti hanno illustrata la Patria) |
Sito istituzionale | |
Dati generali | |
Partito politico | Partito Nazionale Fascista |
Professione | scienziato, imprenditore |
Firma |
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