giovedì 16 settembre 2010

Asilo politico

Basta, pietà, cambiate schema, evolvete verso forme di vita più complesse. Di che cosa di tratta? Ma del nuovo modo di concepire il dibattito politico e giornalistico in Italia. Il rimpiattino. Ultimo esempio ieri. Ministro Gelmini, cosa pensa di quella scuola pubblica di Adro che espone dappertutto il simbolo della Lega Nord? Risposta: vorrei che si polemizzasse anche quando nelle classi si utilizzano dei simboli di sinistra. Giusto, il primo studente che trova una foto di Marx o di Bersani sotto il banco è pregato di rivolgersi alla polizia. Ma cosa c’entra, adesso? Stiamo parlando della scuola leghista di Adro! Ed è tutto così. Se gli amici di Berlusconi ficcano il naso nei movimenti immobiliari di Fini, quelli di Fini si affannano a ricordare che Berlusconi comprò sottocosto la villa di Arcore. Ormai i politici vanno in tv con le tasche piene di ritagli, pronti a rintuzzare le critiche non con una spiegazione convincente, ma con una memoria d’archivio che possa testimoniare la mancanza di coerenza dell’accusatore.

Il «doppiopesismo» è stata una vergogna che ha massacrato la verità e le teste di almeno una generazione di italiani. Ma questo suo peloso contraltare, il rimpiattino, è una via di fuga avvilente, un cibo per vittimisti che non scioglie i nodi della storia e porta solo ad accumulare nuovi rancori. All’asilo è
reagire ai rimbrotti della maestra gridando: è stato lui, ha cominciato lui. All’asilo, appunto.

Massimo Gramellini - La Stampa - 14/9/2010 
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