E’ grande il cortile nei miei ricordi. Quante volte ritorno con la mente, quasi una fuga, all’età felice; felice anche allora o solo felice oggi nei miei pensieri? Era sufficiente che dalla piazza del paese, piazza, e ben lo sanno chi è vissuto o conosce il paese, che non esiste in realtà, m'inoltrassi per il passaggio fra la macelleria e il muro di cinta dei Moggi, per entrare nel cortile dove si affacciava la porta dell’abitazione dei miei nonni materni. La sera, dopo il lavoro e prima della cena, il nonno lo ricordo seduto sulla panca di fianco alla porta con i piedi immersi in una catinella d'acqua.; il suo lento lavarsi, il corpo stanco in silenzioso raccoglimento quasi a voler riassumere tutto l’accaduto della giornata. Ciao nonno!
Lavoravano duro i nonni. Ma, nei miei ricordi, l’essenziale non è mai mancato. Ho ancora nella memoria i piatti di pasta con il ragù di carne, particolarmente buono, per me. Ma non bisognava sciupare nulla: nemmeno le briciole; a fine pasto non era necessario scrollare la tovaglia dalle briciole di pane, erano già state raccolte e mangiate. Il nonno, per farmi capire il concetto, mi disse che tutte le briciole lasciate sulla tavola avrei dovuto raccoglierle con un secchio senza fondo, prima di potere andare in paradiso. A volte il secchio senza fondo era sostituito da un forcone ma il ragionamento era lo stesso.
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...da un po' lecco il piatto, come fa Morgana-la-cagnolina+bella-del-mondo. Il bisnonno deve essere contento.
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