Agosto 1950.
Ho appena terminato la prima classe delle elementari. Altri tempi, dopo aste verticali, quadrati e segnetti vari, riesco a malapena a leggere e a scrivere. Ma è un mese importante perché, data la mia salute cagionevole e la mancanza di disponibilità economiche, i miei genitori sono riusciti a mandarmi in "colonia", in montagna a Zortea di Canal San Bovo in provincia di Trento. E' la prima volta che mi allontano da casa e senz'altro i miei genitori una certa preoccupazione l'avranno avuta. Io non ricordo il mio stato d'animo, troppi anni sono passati; l'unica problema, parlando con gli amici, era come fare a nascondere il mangiare se non era di mio gusto; segno evidente della mia inappetenza. Erano due gli Enti che davano la possibilità di inviare i bambini in vacanza: il Comune e il Patronato scolastico. La guerra era appena terminata e il Comune non godeva di grandi risorse finanziare e correva voce che il trattamento era migliore nelle colonie del Patronato scolastico. Per questo mia mamma e la nonna Maria fecero di tutto per mandarmi con il Patronato e la cosa ci costò due salami cotechini per ottenere la raccomandazione necessaria. Seppi dopo tanti anni che il Governo centrale, per controbattere le colonie del Comune (giunta di sinistra), finanziava con fondi segreti il Patronato scolastico.
La mamma mi costruì uno zaino utilizzando la stoffa dei sacchetti di pasta (la pasta non era venduta in scatole di cartone come oggi). Dentro allo zaino c'era tutto quello che mi doveva servire, preparato seguendo l'elenco che ci era stato consegnato e su ogni capo di biancheria era stato applicato un numero in modo che le Signorine (vigilatrici) sapessero a quale bambino apparteneva. Partimmo di buon ora quel mattino. La nonna con lo zaino sul manubrio, la mamma con me sul sellino di legno della bicicletta. Dovevamo percorrere quindici chilometri, la distanza che separa il nostro paese dalla città. La partenza era fissata dalle scuole dell'Alda Costa. In tram ci portarono alla stazione ferroviaria e in treno giungemmo alla Stazione di Feltre; si proseguì, poi, con un pulman che si dovette fermare nel fondovalle perché il ponte che attraversava il torrente era troppo stretto. Quindi tutti a piedi a percorrere la salita che arrivava a Zortea. Appena cercai di mettermi sulle spalle lo zaino, si ruppero le bretelle e dovetti faticare non poco a portare il peso fino a destinazione.
La "colonia" era una scuola elementare adattata allo scopo: camerate con letti a castello, il letto delle Signorine in un angolo riparato da tende, servizi igenici... non li ricordo. Al mattino, prima della colazione, tutti in fila in cortile, a lavarci ad una fontana. Tante passeggiate, gare con le cavallette alle quali avevamo tolto le ali. Prima della partenza, nelle scuole Alda Costa, fummo pesati e, prima del ritorno, ripesati per controllare se eravamo aumentati di peso durante la vacanza. Un giorno la Signorina, vedendomi seduto su un gradino della scala, assorto nella lettura della lettera ricevuta da casa volle sincerarsi se nella lettera ci fosse scritto qualcosa di non piacevole e volle leggerla. La mia mamma, fra tante altre cose, si raccomandava di andare a servite la Messa per non dimenticarmi quello che avevo imparato come chierichetto. E così fui obbligato, la domenica successiva, ad andare a servire messa: fu un disastro, non era una messa come le nostre; che figuraccia.
La "colonia" era una scuola elementare adattata allo scopo: camerate con letti a castello, il letto delle Signorine in un angolo riparato da tende, servizi igenici... non li ricordo. Al mattino, prima della colazione, tutti in fila in cortile, a lavarci ad una fontana. Tante passeggiate, gare con le cavallette alle quali avevamo tolto le ali. Prima della partenza, nelle scuole Alda Costa, fummo pesati e, prima del ritorno, ripesati per controllare se eravamo aumentati di peso durante la vacanza. Un giorno la Signorina, vedendomi seduto su un gradino della scala, assorto nella lettura della lettera ricevuta da casa volle sincerarsi se nella lettera ci fosse scritto qualcosa di non piacevole e volle leggerla. La mia mamma, fra tante altre cose, si raccomandava di andare a servite la Messa per non dimenticarmi quello che avevo imparato come chierichetto. E così fui obbligato, la domenica successiva, ad andare a servire messa: fu un disastro, non era una messa come le nostre; che figuraccia.
Zortea dove si trova ?
1950 - Zortea di Canal San Bovo (Tn) - Colonia montana del Patronato scolastico di Ferrara - Il nonno Kucco è il terzo da sinistra nella seconda fila in piedi. |
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