http://www.lagrandevia.it/2016/10/21/saltare-la-cena/
SALTARE LA CENA?
Da
più di 100 anni sappiamo che se agli animali diamo poco da mangiare –
20-30% in meno di quello che mangerebbero se avessero disponibilità
illimitata di cibo – vivono di più e si ammalano meno di
cancro e di altre malattie degenerative. Il primo studio è stato
pubblicato nel 1909 e 100 anni dopo, nel 2009, è stato pubblicato il
primo studio sulle scimmie, che ha confermato che anche le scimmie
dimezzano il loro rischio di ammalarsi di cancro se sottoposte a
restrizione calorica.
Converrebbe anche a noi mangiare meno, dunque, ma
sappiamo che è difficile in questa società dell'abbondanza, dove il cibo
è sempre disponibile. Studi sperimentali più recenti, su roditori,
hanno mostrato che il digiuno intermittente, cioè periodi di digiuno o
di marcata restrizione calorica (50% in meno) alternati a periodi di
dieta ad libitum, riducono l'incidenza dei tumori, ad esempio dei tumori
della mammella, ancor più che una restrizione calorica costante (ad
esempio 25% in meno). Sempre in esperimenti animali si è anche osservato
che il digiuno intermittente, ad es. due giorni non consecutivi alla
settimana, è associato a una ridotta crescita dei tumori, ad esempio
della prostata e del fegato, ma non tutti gli studi hanno confermato
questi risultati. Recentemente si è dimostrato che se gli animali con
tumore sono messi a digiuno 48 ore prima della chemioterapia, il giorno
stesso e il giorno dopo del trattamento, la chemioterapia è molto più
efficace nel controllare la crescita tumorale. La ragione,
verosimilmente, è che mettendoci a digiuno riduciamo marcatamente la
glicemia, la concentrazione di fattori di crescita, e lo stato
infiammatorio, tre fattori che cooperano nella stimolazione della
proliferazione delle cellule tumorali. Le cellule tumorali sono in
stress metabolico e più suscettibili al veleno della chemioterapia.
E
nell'uomo? Più studi clinici sono in corso ma non ci sono ancora
risultati sull'effetto del digiuno sulla prognosi. Ci sono però studi
che indicano che chi ha la glicemia più alta, pur all'interno
dell'intervallo di normalità, si ammala di più e, se ammalatosi, ha più
frequentemente recidive. Lo stesso vale per lo stato infiammatorio e per
i fattori di crescita (Vedi il documento sulla dieta adiuvante le
terapie oncologiche nella sezione riservata ai soci de LaGrandeVia). È
interessante, comunque, che molti pazienti che hanno deciso di
digiunare in occasione della chemioterapia hanno testimoniato che non
hanno avuto i disturbi gastrointestinali (nausea, vomito e diarrea )
altrimenti frequenti durante il trattamento (verosimilmente perché con
il digiuno le cellule di rivestimento della mucosa del tubo digerente,
che normalmente proliferano molto vivacemente, smettono di moltiplicarsi
e non sono più bersaglio del veleno chemioterapico).
Uno studio
recente su 2413 donne operate per carcinoma mammario suggerisce che,
probabilmente, brevi periodi di digiuno siano efficaci anche nell'uomo
(Marinac CR et al. 2016 JAMA Oncology 2:1049). Queste pazienti
compilavano periodicamente diari alimentari in cui registravano anche
l'ora in cui consumavano pasti e spuntini. Mediamente passavano 12,5 ore
fra l'ultimo pasto della sera e il primo del mattino. Nel corso di 7,3
anni di sorveglianza 390 donne hanno avuto una recidiva della malattia o
un nuovo tumore mammario. L'incidenza di questi nuovi eventi è stata
significativamente più alta (36% in più) nelle donne il cui intervallo
di digiuno notturno era inferiore a 13 ore rispetto a quelle con
intervallo superiore, a parità di altri fattori che influenzano la
prognosi (età, gruppo etnico, grado di istruzione, concomitanza di altre
malattie, stadio del tumore alla diagnosi, grado di malignità, terapie
effettuate, stato menopausale, consumo calorico totale). E' interessante
che le donne che rimanevano senza mangiare per meno di 13 ore avevano
più alti livelli ematici di emoglobina glicata (un indice di esposizione
media al glucosio nel volgere di tre mesi), un'ulteriore ragione per
consigliare di tener bassa la glicemia ai malati di cancro.
Pare
ragionevole, anche se non ci sono ancora risultati delle
sperimentazioni sull'uomo, consigliare ai malati di cancro che non siano
denutriti brevi periodi di digiuno, ad esempio saltare la cena, o
mangiare solo una piccola porzione di verdure non amidacee condite con
poco olio extravergine di oliva.
(FB Ottobre 2016)--
Posted By marco to ECOLOGIC at 11/09/2016 12:18:00 PM
Nessun commento:
Posta un commento