25 luglio 1888 - Loreto Aprutino
9 gennaio 1969 - Roma
...............Nel 1935 venne eletto alla presidenza dell'Istituto internazionale
dell'agricoltura, che resse fino al 1943. Continuò inoltre ad influire
nella vita politica italiana come membro sia del Gran Consiglio del
fascismo, sia della Camera dei deputati, della cui trasformazione in
Camera dei Fasci e delle Corporazioni fu relatore nel 1938.
Partecipò
alla seconda guerra mondiale, richiamato alle armi su domanda nel 1940 e
destinato, come colonnello di Stato Maggiore, prima sul fronte alpino,
poi su quello balcanico.
Il 6 febbraio 1943 venne nominato ministro
delle Finanze. Il 25 luglio 1943 votò l'ordine del giorno Grandi nella
storica seduta del Gran Consiglio del fascismo.
Dopo l'8 settembre 1943, riparato in Abruzzo e condannato a morte in contumacia il 10 gennaio
1944 dal Tribunale speciale straordinario di Verona della Repubblica
sociale, trascorse alcuni mesi alla macchia fino alla Liberazione.
Catturato dalla polizia e dai partigiani abruzzesi a seguito di una
delazione, venne sottoposto a giudizio dell'Alta Corte di giustizia,
istituita con il d. l. luogotenenziale 27 luglio 1944, n. 159, imputato
per la sua attività di organizzatore delle squadre e di promotore della
marcia su Roma, per esser stato promotore e responsabile degli atti che
avevano sovvertito il regime costituzionale e mantenuto in vita il
fascismo, per aver tradito e compromesso le sorti del paese portandolo
alla catastrofe: scampò la pena di morte, ma fu condannato a quarantotto
anni di reclusione con sentenza del gennaio 1945, estromesso
dall'insegnamento e recluso a Procida. Il 27 luglio 1947 la Corte
suprema di cassazione, a sezioni unite, annullò la condanna e ciò
preluse alla sua riabilitazione: ad opera della Commissione provinciale
per le sanzioni contro il fascismo, fu riammesso al voto il 15 aprile 1948; su conforme decisione del Consiglio di Stato, fu riammesso
all'insegnamento universitario nel 1951.
Nel 1953 fu candidato in
Abruzzo al Senato per il Partito nazionale monarchico e nel 1958, sempre
in Abruzzo, per il Partito monarchico popolare: in entrambe le
occasioni senza successo. Morì a Roma il 9 gennaio 1969.
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