domenica 26 luglio 2020

CIANETTI TULLIO

CIANETTI TULLIO

Assisi 1899
Maputo, 7 agosto 1976

Nacque ad Assisi nel 1899, partecipò alla Grande guerra e si iscrisse al Partito nazio­nale fascista nel 1921. Dopo avere fondato il fascio della sua città e partecipato alla marcia su Roma, divenne sindacalista e fece una carrie­ra abbastanza rapida. Verso la metà degli anni Venti era il principale sindacalista fa­scista dell’Umbria, e dieci an­ni dopo, nel 1934, era già presidente della Confedera­zione nazionale dei sindaca­ti. Nel sistema corporativo i sindacalisti potevano essere contemporaneamente al go­verno e Cianetti divenne co­sì, in quello stesso anno, sot­tosegretario al ministero del­le Corporazioni. Era insom­ma un fascista di sinistra, molto vicino alle posizioni anticapitaliste del filosofo Ugo Spirito sulla «corpora­zione proprietaria», la for­mula che avrebbe permesso di pubblicizzare le imprese e di realizzare una sorta di fu­sione tra capitale e lavoro. Dette una prova delle sue convinzioni dopo gli sciope­ri di Milano e Torino del­l’aprile e del marzo 1943 quando denunciò le infiltra­zioni comuniste, ma sosten­ne la causa degli aumenti sa­lariali. Nel giugno, dopo es­sere diventato ministro del­le Corporazioni, sottopose a Mussolini un decreto legge che prevedeva la gestione speciale delle imprese di par­ticolare importanza bellica. Il presidente del Consiglio di amministrazione sarebbe stato designato dalla Confe­derazione generale dei dato­ri di lavoro, ma la Confedera­zione dei lavoratori avrebbe designato un sindaco e un terzo degli amministratori. Il provvedimento piacque al capo del governo, ma susci­tò l’opposizione dei ministri più conservatori fra cui quel­lo di Grazia e giustizia. Per non aggiungere altre difficol­tà a quelle che già stava af­frontando, Mussolini preferì accantonarlo, ma promise a Cianetti che lo avrebbe fir­mato in ottobre. In un certo senso, con la fondazione del­la Repubblica sociale man­tenne, almeno sulla carta, la sua promessa.
Notizie tratte da:


Al fine di evitare eventuali processi e condanne, si rifugiò nell'allora Mozambico portoghese, dove riuscì per lungo tempo a far perdere le sue tracce. Morì a Maputo, già Lourenço Marques, nel Mozambico da poco diventato indipendente in seguito alla Rivoluzione dei Garofani. 

Per approfondire:
https://it.wikipedia.org/wiki/Tullio_Cianetti

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