Casale Monferrato (Al) - 14 novembre 1884
Roma - 23 giugno 1959
Nel Gran Consiglio del 25 luglio 1943 intervenne fra i primi, di rincalzo a De Bono, criticando la condotta della guerra, la carenza dell'educazione nazionale della gioventù, la scelta dei capi delle forze armate. Votato l'ordine del giorno Grandi, dopo poche ore era già a colloquio col gen. P. Puntoni, al Quirinale.
Nel gennaio del 1944 il tribunale straordinario speciale di Verona lo condannò a morte in contumacia, come firmatario dell'ordine del giorno Grandi. La sua clandestinità , frutto di una sagace e tenace protezione della Chiesa, si protrasse oltre il 25 aprile 1945. Sempre protetto dai salesiani, nel dicembre 1946 venne trasferito di nascosto a Roma, dove rimase, loro ospite, fino al 15 giugno 1947, quando poté imbarcarsi per l'Argentina con un passaporto del Paraguay. A Buenos Aires fu ancora ospite dell'istituto salesiano "Pio IX", viaggiò per il paese, incontrò Federzoni e Grandi. Fra l'ottobre e il novembre si tenne a Roma il processo contro di lui. L'ammiraglio P. Thaon de Revel, ex ministro del primo governo Mussolini, chiuse le testimonianze a suo favore sostenendo che durante la marcia su Roma si era mostrato "più italiano che fascista". La corte d'assise lo condannò a cinque anni di reclusione, interamente condonati. Il reato di attività squadristica era caduto per amnistia; il reato di insurrezione contro lo Stato fu l'unico riconosciuto, ma all'imputato vennero accordate le attenuanti per aver "combattuto contro i tedeschi". Nell'agosto del 1948 ebbe un primo attacco di emorragia cerebrale, da cui si riprese. Nel 1949 rientrò in Italia, ma il 31 dicembre fu colpito da un secondo attacco. Rimase inchiodato al letto, privo di parola, fino alla morte che lo colse a Roma il 23 giugno 1959.
Link:
http://www.treccani.it/enciclopedia/de-vecchi-cesare-maria_(Dizionario-Biografico)/
Nessun commento:
Posta un commento