mercoledì 12 agosto 2020

FEDERZONI LUIGI

Bologna - 27 settembre 1878

Roma - 24 gennaio 1967

Dopo lo sbarco angloaniericano in Sicilia il 10 luglio 1943, centrale fu di conseguenza la sua collaborazione con Dino Grandi per l'elaborazione di quell'ordine del giorno che nella seduta del Gran Consiglio della notte tra il 24 e il 25 luglio avrebbe portato alla caduta di Mussolini.

Nella seduta del Gran Consiglio dichiarò che con l'odg Grandi si metteva fine all'"intollerabile equivoco delle masse travestite in camicia nera" e a quel "falso mito della" "guerra fascista" che aveva accelerato "il distacco fra il Paese e il Fascismo": perché questa era stata la grave colpa del regime, l'aver spinto il paese alla guerra e il non aver provveduto "alla preparazione spirituale e materiale della Nazione", avendo con la politica del partito, "principalmente negli ultimi otto o dieci anni", mirato soprattutto a "dividere gli Italiani" .

Subito dopo il 25 luglio,  (rifugiatosi nell'ambasciata del Portogallo presso la S. Sede a Roma) fu accusato di alto tradimento al processo di Verona e condannato a morte in contumacia. Alla fine della guerra fu processato assieme a Bottai, Rossoni e Acerbo, unico presente, dall'Alta Corte di giustizia per il suo passato fascista e condannato all'ergastolo nel maggio 1945 (fu amnistiato nel dicembre 1947). Latitante, dopo esser stato nascosto nel Pontificio Collegio ucraino S. Giosafat a Roma, fuggì dall'Italia e tra il maggio 1946 e l'aprile 1948 visse sotto falso nome in America Latina. Nell'aprile 1948 poté rientrare in Portogallo, dove insegnò storia dell'umanesimo all'università di Coimbra e nel 1949 letteratura italiana all'università di Lisbona.

Tornò in Italia definitivamente, dopo un viaggio nell'estate 1948, nel 1951 e si ristabilì a Roma con la famiglia. Impegnato nello studio della recente storia d'Italia (fece tra l'altro parte del Comitato di divulgazione storica dell'Unione monarchica italiana) e nella scrittura delle proprie memorie, mantenne in questi anni uno stretto rapporto di amicizia e di collaborazione con Umberto di Savoia, sia durante la sua permanenza in Portogallo, sia dopo il rientro in Italia: in particolare - come dimostrano le minute dell'ampia corrispondenza conservata nell'archivio personale - gli inviava informazioni e notizie relative alla situazione politica italiana, ai vari partiti e soprattutto al partito monarchico.

Nessun commento:

Posta un commento