Le bollette elettriche non pagate saranno (in parte) a carico degli altri utenti.
Si stima attorno al miliardo di euro l’insoluto
totale delle bollette elettriche non pagate dai morosi, non i morosi che
oggi s’inteneriscono per San Valentino ma quelli di ben altra specie
che evadono la fattura della corrente.
Al posto loro ne pagheranno una parte tutti gli altri consumatori elettrici, quelli che saldano con regolarità il conto della luce.
L’hanno stabilito ricorsi e sentenze del Tar e del Consiglio di Stato, e l’Autorità dell’energia ha formalizzato: sarà distribuita fra tutti i consumatori una prima fetta di “oneri generali” elettrici pari a circa 200 milioni arretrati.
Diverse aziende elettriche erano entrate in crisi, e qualcuna aveva addirittura dovuto chiudere i battenti, quando si è trattato di saldare ai fornitori alcune voci parafiscali della bolletta che erano state fatturate ai consumatori ma non erano state incassate. Altre aziende erano state colpite da politiche commerciali poco indovinate.
Al posto loro ne pagheranno una parte tutti gli altri consumatori elettrici, quelli che saldano con regolarità il conto della luce.
L’hanno stabilito ricorsi e sentenze del Tar e del Consiglio di Stato, e l’Autorità dell’energia ha formalizzato: sarà distribuita fra tutti i consumatori una prima fetta di “oneri generali” elettrici pari a circa 200 milioni arretrati.
Diverse aziende elettriche erano entrate in crisi, e qualcuna aveva addirittura dovuto chiudere i battenti, quando si è trattato di saldare ai fornitori alcune voci parafiscali della bolletta che erano state fatturate ai consumatori ma non erano state incassate. Altre aziende erano state colpite da politiche commerciali poco indovinate.
In sostanza, sulle bollette della corrente già cariche di
risarcimenti, di oneri, di voci e di incentivi si aggiunge un nuovo
capitolo, ovvero saremo noi consumatori a rimborsare alle società
elettriche di distribuzione della luce una parte del buco creato negli
oneri parafiscali delle aziende in crisi da chi evade la bolletta della
corrente.
Una delibera dell’Autorità dell’energia, appena
ribattezzata Arera da quando ha rilevato oltre agli acquedotti anche
l’area rifiuti, ha stabilito come ripartire fra tutti gli oneri
generali di sistema, una parte parafiscale della fattura elettrica, non
pagati dai consumatori morosi. Insomma, una socializzazione di una
fetta degli insoluti.
Aziende elettriche in crisi
Diverse società del mercato libero avevano traballato e qualcuna
esposta alla drammatica crescita delle bollette non pagate aveva
addirittura dovuto chiudere, a cominciare, anni fa, dall’Esperia creata
dall’imprenditore Filippo Giusto. Ma il mancato pagamento delle bollette
e in alcuni casi anche politiche commerciali poco indovinate nei mesi
scorsi avevano buttato fuori dal mercato un plotone di altre società fra
le quali un nome forte come Gala, l’azienda di vendita di energia più
esposta al fenomeno dei mancati pagamenti.
Morosità miliardaria
Quant’è il valore da saldare? Per ora è impossibile dare una cifra
esatta: le morosità complessive rivendicate dalle società elettriche
ammontano a cifre superiori al miliardo di euro, ma per ora questa
delibera sfilerà dalle nostre tasche una prima fetta di circa 200
milioni.
Altre delibere ancora allo studio dovrebbero essere messe a
punto nei prossimi mesi per completare le procedure con cui noi
consumatori rimborseremo ciò che non è stato pagato dai furbetti della
bolletta.
Alcuni dati però sono sicuri. Nel 2016 il controvalore complessivo
del mercato finale dell’elettricità si aggirava sui 61 miliardi di euro
(fonte: «Electricity Market Report», Politecnico di Milano, ottobre 2017).
Per quello stesso anno l’Autorità dell’energia, delle reti e
dell’ambiente aveva censito richieste di distacchi per morosità per il
2,8% dei consumatori del segmento “maggior tutela” (quello con le
tariffe regolate dallo Stato). Sul mercato libero nel 2016 il numero di
contatori sigillati per mancato pagamento era arrivato addirittura al
4,7%, il 5,8% di richieste di distacco per i consumatori non domestici
come i negozi e gli uffici. (fonte: «Monitoraggio retail», autorità Arera, 2017).
Il canone Rai
Gli oneri generali in bolletta, tra i quali gli incentivi alle fonti
rinnovabili e agli “energìvori”, sono pagati dai consumatori ai
venditori di corrente, i quali poi devono rigirarli alle società di
distribuzione elettrica che consegnano i chilowattora ai consumatori
tramite i fili elettrici.
Il problema dei morosi e delle aziende di vendita in crisi si era
presentato con l’imposta radio tv (il cosiddetto canone Rai). Il canone
dei consumatori morosi non poteva essere pagato dalle società di vendita
che fatturavano le bollette non incassate. È stato necessario
intervenire con un atto normativo.
Lo stesso si è ripetuto con gli oneri. I fornitori di energia si
accollavano gli oneri non riscossi dai clienti finali. Dovevano cioè
versarli ai distributori anche se non incassati.
Ci sono stati ricorsi e sentenze finché il Consiglio di Stato ha
deciso: l’obbligato al versamento degli oneri di sistema è il cliente
finale.
Il turismo delle bollette
Il fenomeno delle morosità è più ricorrente nel Mezzogiorno ed è più
forte sul mercato libero, dove si può cambiare fornitore di corrente
con un clic del mouse. Viene chiamato “turismo dell’elettricità”, e si
basa sul fatto che prima di poter portare a conclusione la sigillatura
del contatore ci vogliono carriolate di bollette non pagate. Il
“furbetto della bolletta” straccia un po’ di bollette bimestrali e prima
che si attivi la procedura di recupero credito cambia vittima, cioè
cambia società di fornitura elettrica, con la quale ricomincia.
Il fenomeno sarà frenato quando saranno disponibili i dati su noi
consumatori raccolti nella banca dati del Sii, il Sistema informativo
integrato, nel quale le società elettriche potranno consultare se il
nuovo cliente è corretto oppure se è un fuggitivo delle bollette non
saldate .
Un fenomeno simile accade per esempio con i telefonini, con la
differenza che nel segmento elettrico non ci sono ancora i contratti
prepagati e soprattutto che alla base della fornitura ci sono i costi
orgogliosi dell’energia realmente prodotta da una centrale elettrica
alimentata con un combustibile costoso.
Alcuni commenti
Ecco Massimo Bello, presidente dell’Aiget, l’associazione dei
grossisti e rivenditori di energia: «Il nuovo assetto dovrà evitare che
chi svolge un puro servizio di incasso per il sistema (ovvero i
fornitori di energia) si ritrovino a sostenere un costo improprio.
Qualsiasi iniziativa in tal senso, come i recenti provvedimenti
dell’Arera, va nella direzione giusta». Aggiunge Marco Bernardi,
presidente di Illumia, una delle aziende del mercato libero: «Il
principio secondo il quale le aziende che vendono energia elettrica non
saranno più chiamate a riscuotere parti della bolletta, su cui tra
l’altro non hanno mai avuto né controllo né vantaggi, è un primo
importante passo verso una modalità che rispecchi appieno le
responsabilità dei soggetti della filiera: venditori e distributori».
Protestano alcune associazioni dei consumatori. «Quando ci sono da
socializzare i profitti si chiamano in causa le aziende, quando invece
si devono spalmare i debiti si chiama il consumatore», afferma Luigi
Gabriele dell’assocazione Codici; «questa delibera sarebbe solo un
incentivo per non perseguire i furbetti del quartierino», aggiunge Marco
Vignola dell’Unione nazionale dei consumatori.
I dettagli secondo l’Autorità dell’energia
L’Autorità dell’energia, delle reti e dell’ambiente (Arera)
specifica che «il provvedimento citato (deliberazione 50/2018) riguarda
solo una particolare casistica, limitata numericamente, e solo una parte
degli oneri generali di sistema previsti per legge. In particolare, il
riconoscimento individuato dall’Autorità per i soli distributori è
parziale e attiene ai soli oneri generali di sistema già da loro versati
ma non incassati da quei venditori con cui, a fronte della inadempienza
di questi ultimi, i distributori hanno interrotto il relativo contratto
di trasporto di energia, di fatto sospendendo così a tali soggetti la
possibilità di operare nel mercato dell'energia». Il meccanismo,
parziale e circoscritto finalizzato a garantire il gettito degli oneri
di sistema da assicurare per legge, «che l’Autorità ha strutturato in
tal modo per adempiere ad una serie di sentenze della giustizia
amministrativa che hanno annullato le precedenti disposizioni
dell’Autorità in tema. La regolazione precedente imponeva ai venditori
la prestazione di garanzie finanziarie in favore delle imprese
distributrici anche a copertura degli oneri generali di sistema. Le
pronunce della giustizia amministrativa sostengono che la legge pone in
capo esclusivamente ai clienti finali, e non alle imprese di vendita, ne
ai percettori degli incentivi, gli oneri generali di sistema, con la
conseguenza che l’Autorità non avrebbe il potere di imporre il citato
sistema di garanzie alle imprese di vendita negando che il rischio di
mancato incasso degli oneri generali di sistema da parte dei clienti
finali sia dei venditori».
LINK:
Sole 24 Ore
http://www.ilsole24ore.com/art/impresa-e-territori/2018-02-14/bolletta-elettrica-non-pagata-ora-oneri-parafiscali-sono-carico-tutti-084105.shtml?uuid=AEffypzD
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